Alassio – SAIL INN
Via Brennero 30
Tel: 0182.640232
In una città dove negozi e locali cambiano volto ad ogni stagione, il Sail Inn resta un punto di riferimento fin dal 1988. Quella di Giampiero COLLI è una di quelle tavole dove si va per mangiare bene, punto. Nessuna scenografia da Instagram, nessun effetto fumo, nessun trallallà ad uso gourmet parvenu.
Ambiente. Due sale, due mondi. La veranda è ordinata, moderna, con rifiniture curate e aria chic. Tutto materiale super, sì, ma il risultato è un po’ freddino, con la fila di tavoli ordinati. l’acustica non aiuta, basta una risata argentina (che ovunque non manca quasi mai) a far alzare il volume di tutto l’ambiente. Ma le poltrone sono morbide e riccamente imbottite e il tovagliato è di quelli che denotano subito “ristorante serio”. Dentro, nelle due salette interne, l’atmosfera cambia registro: luce calda, chiacchiere a tono basso e un’aria che profuma di “posto giusto”. Non a caso, lì è sempre tutto prenotatissimo, segno che i clienti abituali hanno già capito dove si sta meglio e basta chiedere quando si prenota, meglio con un certo anticipo.
Cucina: Previa indicazione del Coperto a 4 euro, ecco la carta ampia, ben scritta e senza imprecisioni che “gioca” seriamente tra terra e mar Ligure, con qualche riuscita incursione d’autore che però non pretende di … reinventare nulla ad capocchiam, per fortuna. Antipasti (€ 18–25): ottimo il Polpo con mantecato di patate al limone, cipollotto al forno e pomodoro secco, piatto solare e ben equilibrato. Il Torchon di foie gras con crema di cipolla rossa è più International: buono, anche se il mio è stato servito a temperatura nature, con sottostante pain brioche tiepido ma ormai morbido anche in superficie, come avesse subito una dilazione nel servizio; ma si è trattato soltanto di una venialità perché il piatto è risultato comunque buono, tanto che m’è parso come se fosse d’oca e privo del retrosapore tipico del foie d’anatra: bene! Paste e risotti (€ 16–22): le Picagge al pesto con patate e fagiolini sono una dichiarazione d’amore alla tradizione ligure, eseguita con precisione, con tanto di opzione Parmigiano servito in giusta quantità in uno scodellino, senza uso di formaggiere “stantie”. Invitante anche il loro piatto storico di Carbonara di spaghetto grosso al profumo di tartufo bianco e pistacchio di Bronte. Secondi (€ 20–28 ): il Coniglio in casseruola alla ligure celebra la tradizione di casa ligure, mentre il Pescato del giorno e i crostacei arrivano in tavola ben cucinati: niente effetti speciali, ma tanta sostanza. Dessert (€ 6): il Gelato al forno al Baileys conquista per la sua eccentricità (chi ne ha inventato il titolo merita un brindisi), così come la Crème brûlée al Moscatello di Taggia con ananas flambé e nocciola, che chiude la cena con dolce leggerezza. In sintesi: cucina concreta, ben eseguita e generosa. A questi fornelli non si fa teatro, ma ne escono risultati: piatti puliti, porzioni giuste che rivelano una mano che non sbaglia.
Servizio: Dinamico e piéveloce come il vento da regata, tutti rapidi e a volte con un filo d’affanno dissimulato, ma senza perdere la rotta e conservando la opportuna calma nei gesti ai tavoli. Il proprietario non pare tipo da smancerie, ma quando sorride – e lo fa, se gliene si dà il caso – risulta premuroso e sincero.
Carta dei vini: Ottima per dotazione e qualità con etichette per tutte le tasche; chi ama bere bene, qui trova scelta adeguata, anche di vini particolari e persino una ventina di mezze bottiglie (applausi).
Concludendo: Il Sail Inn non è il locale delle cene “da foto”, ma di quelle da ricordare.
Una cucina che non bluffa, un servizio che corre ma tiene la rotta e un ambiente che, almeno all’interno, sa di risto elegante. Tra un buon piatto e un bicchiere giusto, la serata scorre via liscia e riuscita. In una Alassio sempre più turistica, questo indirizzo resta una boa sicura per chi ama mangiare bene e sul serio, lontano da quei locali per “gastro-fighetti e fuff-blogger” nei quali l’impagabile cucina classica, mi perdoni il Pascoli, “pigola sempre più piano”…
