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La Revue du Vin de France lancia un allarme sul consumo di vini in Francia

La generazione Évin non conosce più il vino, titola l’editoriale di novembre del prestigioso mensile francese. La rivista srive che l’Accademia Internazionale del Vino, ha lanciato un appello all’ONU contro la “denormalizzazione del vino”, denunciando la sua progressiva demonizzazione in Francia. Da quarant’anni, il vino — simbolo di cultura, convivialità e paesaggi plasmati dall’uomo — è presentato come pericoloso per la salute. Ne conseguenza è che i giovani sotto i 35 anni lo consumano 3,5 volte meno degli over 65, percependolo come una bevanda di “vecchi”.Le campagne statali, le restrizioni pubblicitarie e le avvertenze sulle bottiglie hanno cambiato radicalmente la percezione del vino. Allo stesso tempo, all’estero, Spagna e Italia proteggono i loro prodotti tradizionali e valorizzano i benefici culturali e gastronomici. Il paradosso è evidente: nelle cene ufficiali dell’Eliseo e del Quai d’Orsay si servono i migliori cru, mentre lo Stato finanzia campagne che equiparano il vino a una droga. Nonostante il consumo sia calato del 70% dal 1970, le statistiche di “40.000 morti l’anno” continuano a dominare il discorso pubblico. Per Saverot, la legge Évin rappresenta un crimine contro l’identità francese. La soluzione proposta è chiara: aprire stati generali del vino e dell’arte di vivere per salvare questa preziosa conquista culturale e ridare al vino il posto che gli spetta nella vita e nella storia della Francia.

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