Il parcheggio privato e chiuso del Mare Hotel del Ristorante Spurcacciun.a con ascensore che conduce al ristorante
Ecco l’elenco, da ponente a levante, dei ristoranti del ponente ligure con parcheggio facile e vicino. Se scritti con lettere in grassetto il parcheggio è privato. Se in lettere MAIUSCOLE ha posti al coperto. A lato di ogni locale è anche indicato il mese in cui il ristorante è sono stato recensito sulla pagina RECENSIONI di questo BuongiornoGourmet
Nell’ampia valle di Dolcedo che lasciati i monti giunge al mare distendendosi in un piccolo pianoro verdeggiante molto “nature”, siete a due minuti dall’uscita autostradale di Imperia Ovest, dove c’è un parcheggio privato antistante la palazzina dov’è ubicato il locale. Al suo lato ecco la sala da pranzo e il suo dehor ancora piacevole in questa stagione nei mezzodì di sole. L’ambiente lascia zero spazio a ninnoli carabattole e trallallà vari e, con lineare semplicità, è lindo, curato, in definitiva corretto ed accogliente, moderno e funzionale, con tavoli che sono ben distanziati le cui mise en place sono piacevolmente classiche. Anche il sottofondo musicale è a volume giusto e con pezzi di qualità (es: Bohemian Rhapsody by Costantino Carrara – In a sentimental journey by Duke …).
Come rivela l’insegna, alquanto “ermetica” per chi non conosce il dialetto locale, due giovani cugini, il cuoco Alessandro Schiavon e l’anfitrione in sala Paolo Deluca, hanno aperto il ristorante nel maggio 2021 e stanno già raccogliendo degli “aficionados “ intorno alla loro proposta gastronomica assai originale per questi dintorni.
Previi avvisi del giorno a voce, vi porgono la carta che potrete consultare in santa pace e senza pressioni, magari sorseggiando un aperitivo se lo gradite (ma fate poi attenzione a non esagerare con gli irresistibili pani caldi ante inizio pasto!
La lista si apre con l’offerta di un MENU DEGUSTAZIONE di 4 portate scelte dal cuoco tra quelle in carta e per l’intero tavolo) a 40 euro.
Sfogliando il seguito, si scopre una cucina che evidentemente non lascia nulla di intentato in fatto di ricerca, fatta di sapori distinti ma amalgamati, anche con preparazioni che nel breve periodo possono evolversi e cambiare, approntando portate originali o inconsuete (talvolta non inedite ed anzi ben collaudate), che possono far piacere soprattutto a chi brama novità rispetto ai soliti piatti noti. Pertanto lasciando ad altri i piatti “del territorio” e i “dolci della nonna”, si inizia scegliendo su 5 PIATTI DI CRUDO (€ 15-27), tra i quali il Filetto di salmone marinato a secco al profumo di agrumi, barbabietola alla soia, maionese al kumquat ed erba cipollina; oppure il Tonno Rosso, fichi neri, cipolla di Tropea caramellata, salsa teriyak e chips di riso al nero di seppia. I successivi cinque ANTIPASTI (€ 10-16) comprendono la Melanzana croccante ripiena di Prescinseua su salsa butterchicken; oppure la Rollatina di branzino farcita con broccoli, capperi e uvetta su crema di datterino confit e pane alle acciughe. Dei cinque PRIMI PIATTI (€ 15-20) cito la lasagnetta di pasta fresca fatta in casa, porcini cotti e crudi, con besciamella agli scampi (quest’ultima quasi esorbitante); oppure il curioso Risotto al melone tartare di Gambero Rosso, con levità di bisque, emulsione di basilico e polvere di black lime. Nei SECONDI PIATTI (€ 18-25) oltre alla “pacifica” Frittura di totani, scampi e gamberi con verdure in pastella, ci si può “cimentare” con un Petto d’anatra cotto a bassa temperatura, il suo fondo al caffè, rhum, mirtilli e asparagi gratinati. E veniamo ai DESSERT. (€ 6) dove si può scegliere la buonissima e classica Sfera al cioccolato con cuore di gelato al pistacchio e crumble alle nocciole; oppure la Tarteletta ai fichi, crema pasticcera al basilico e gelatina al Prosecco.
Il tutto in quantità generose, caso raro nelle cucine innovative.
Il SERVIZIO curatissimo, capace, sincero, aperto e senza disattenzioni completa il simpatico insieme e non annoia con discorsi, convenevoli eccessivi, atteggiamenti del tipo “penso a tutto io” e “guardate come siamo bravi”. Tutto resta nella misura del ruolo delle parti e della buona e cortese accoglienza senza tracheggi e che non deborda mai.
La CARTA VINI è in crescendo e la trentina di etichette hanno prezzi che non salano il conto finale, visto che una ventina hanno “stanno sotto” ai 25 euro. Sono invece un po’ sostenuti i prezzi di un bianco TOP e dell’unico Champagne. Disponibile qualche mezza bottiglia per chi desidera vino a bicchiere.
Nonostante la mia attenzione al territorio, l’indirizzo l’ho conosciuto soltanto cinque mesi dopo la loro apertura grazie ad un sussurro del loro generoso collega ristoratore Alessandro Grillo, che ringrazio! I due o tre lettori “Gourmet Riviera-schi” che amano le novità inconsuete ora non hanno più scuse …
Nel 1926 Angiolina e Manuelin Scola, antenati delle successive quattro generazioni, aprirono questa locanda che da quasi un secolo è sempre stata un punto di riferimento in Val Pennavaire ed oggi è un bel palazzotto con ampi spazi esterni e suggestiva illuminazione notturna, dove regna la calma e la buona accoglienza.
Il grande dehor estivo coperto, con tanto di ricche catene luminose bianche, è uno vero spettacolo di eleganza e festosità. D’inverno il locale è meno frivolo e “spensierato” ma altrettanto intimo e di atmosfera romantica grazie ai colori bordeaux, alla ricca mobilia di buon gusto e ad altri particolari di arredo non ”lì per caso” ma ben studiati e inseriti. I grandi tavoli sono apparecchiati in modo classicissimo, su ognuno una poderosa candela accesa (tutte nuove la sera del mio casuale passaggio), c’è posateria argentata, un accogliente candido tovagliato in stoffa, le poltroncine in vimini con braccioli, l’ illuminazione strategica e, fin dall’ingresso, un salottino davanti al caminetto sempre acceso che “fa tanto ritorno a casa”.
Una volta accomodati giungono in tavola, tiepidi, il pane le focaccine e i grissini artigianali in una capace ciotola in legno: una vera tentazione alla quale è difficile resistere.
La carta non ha la consueta sequenza alla quale siamo abituati, dall’antipasto al dolce, ma è compilata insolitamente, come segue:
–APERITIVI: Spumante Franciacorta Lamosa Saten (€ 8); oppure uno Champagne Compte de Montaigne Reserve (€ 14).
“PIATTI DEL GIORNO”: Seppia fave e piselli (€ 20); spaghetto trafilato a bronzo, colatura di alici e mandorle (€ 20); Cannellone di coniglio alla Ligure (€ 20); Manzo Piemontese marinato agli aromi e fondo acidulo di fragole (€ 26); Piccione cotto nella creta (€ 32). Seguono quattro dessert (€ 10-12).
La carta prosegue offrendo come alternativa il bel MENU “ 5 PIATTI a 65 euro, comprendente: – Shot dalla cucina e un calice; – …Pane e olio e prosegue con: 1) Storione, miso d’orzo e insalata di erbe spontanee; 2) Risotto, rapanello, yogurth e uova di trota; 3) Plin di Porro, anguilla affumicata e cacao; 4) Capocollo al forno, arachidi, birra Scola e susine; 5) Asparago viola e cioccolato
Evidentemente rispetto ai tempi della cucina tradizionale e delle loro celebri fungate d’autunno o di cacciagione, con l’arrivo anni fa dello chef MARCO BERARDINELLI, formato anche con reputate esperienze all’estero, la casa ha parzialmente aperto a piatti più innovativi: un passo non facile dove ha sempre trionfato esclusivamente la cucina di valle, ma che è stato coronato dal successo, anche da parte di quella clientela più refrattaria alle novità a tavola.
Con il caffè vengono serviti generosi e non banali dolcetti che completano la piacevolezza della sosta: un accorgimento per un fine pasto piacevole che si ricorda.
E parliamo di VINI … Il poderoso volume in pelle elenca centinaia di etichette, ma rispetto all’attuale tablet in uso nei “tempi covidiani”, trovo abbia più fascino andare in cantina dove, tra scaffalature in legno e pietra viva, si può scegliere direttamente la propria bottiglia preferita. Oltre al buon assortimento di vini liguri, ci si può anche “delocalizzare”, ad esempio con un sorprendente Champagne Nominé-Renard brut (30 Ch-30 PN-30 M) o anche con un Rosso Mater Matutia IGT 2003 Casale del Giglio. Sempre a prezzi normali.
Considerazione finale: Scola non cade nel novero dei diversi locali che da qualche mese hanno aumentato o introdotto il coperto, qualcuno applicandolo anche in aggiunta ai menu (e altri addirittura illegalmente perché non indicato in carta). Non ha neppure abolito i piccoli “fringe benenefit” dei miniapetizer iniziali e del sorso di aperitivo, non ha aumentato l’acqua minerale, non sono stati aboliti i dolcetti con il caffè, non ha ritoccato il prezzo dei vini … Pertanto, con la certezza della cura dei particolari che costituiscono a volte i graditi piccoli plus della sosta, gli avventori possono accomodarsi qui rilassati e dinoccolati, senza storcere le labbra e con il cuore … ed anche il portafogli … entrambi leggeri.
Casinò – Roof Garden – Corso degli Inglesi 18 – Tel. 0184 5951
Al Casinò, lo si sa, a volte la sorte è favorevole e a volte contraria ma, generalmente, chi la tenta la ritenta. E così capita ovviamente anche … al suo ristorante dove vengono ospitati i più assidui giocatori, ma che solitamente è fruibile anche per chi non frequenta le sale da gioco. Per decenni la bella terrazza (protetta) del Roof Garden e le invernali sale ristorante sono stati l’emblema di serate di gala con Star del bel mondo e vedette TOP internazionali quotatissime. Per quanto riguarda la sala, negli ultimi decenni la qualità degli spettacoli di intrattenimento è sicuramente calata ma, fortunatamente, alle serate feriali “calme” ora se ne alternano altre decisamente più festose e brillanti, come quelli dei Galà con vedette nazionali o anche delle “Serate Enogastronomiche”, il cui ciclo è appena iniziato.
Quella intitolata “Viaggio nella terra dello Champagne” (80 euro bevande comprese) si è tenuta sabato 9 ottobre 2021 e nel suo durante sono stati serviti: 1) Ostriche Fine de Claire, con spiedini di mazzancolle e fragole – 2) Risotto Carnaroli con gamberi padellati e zeste di agrumi 3) Filetto di sanpietro con crema di zucca e funghi porcini saltati al timo – 4) Delizia al limone con glassa alle fragole. Il tutto ha provato che, se la cucina viene approvvigionata con materia prima giusta, essa è all’altezza che la struttura richiede, con piatti riusciti, anche se tendenti a passepartout per clientela internazionale. Detta prima delle Serate Enogastronomiche è stata accompagnata da generose flutes con rabbocchi a volontà di Champagne Pascal Doqueut Horizon Blanc de Blanc, Michel Arnould & Fils Verzenay Grand Cru Réserve, Thienot, nonché il più noto Canard Duchene Cuvée Léonie brut, la cuvée più rappresentativa dello stile della celebre maison, tutti serviti in giusto crescendo dal Blanc de Blanc fino al Blanc de Noir.
Sul palco il duo di Simone Giacon, ha accompagnato la cena e creato giusta atmosfera, iniziando con musica “da pasto” e traguardando nel fine serata verso pezzi caraibici che hanno schiodato irresistibilmente un “discopeople” elegante e vario, flippandolo verso pista da ballo.
Il 30 ottobre seguirà una serata enogastronomica intitolata “Il Piemonte” con i vini delle cantine Michele Chiarlo. Il 20 novembre sarà la volta di “La Liguria e i suoi contrasti”. L’11 dicembre ci sarà anche la serata “Il Tartufo d’Alba”, esclusivamente su invito, generalmente riservato ai più assidui giocatori; ma a volte, con telefonata di prenotazione last minute nella giornata dell’evento, può succedere che si liberi qualche coperto per qualche virtuoso pagante …
Altre costanti del “Roof” sono la presenza di Alessia Giansante, dall’indiscusso charme che non guasta mai, qui da una decina di anni che governa garbatamente l’accoglienza. Notevole anche servizio in scuro, a partire dal ventennale maitre Severino Casella, il quale guida una inossidabile collaudata squadra i cui componenti, figurativamente trapezisti acrobatici, sfrecciano all’altezza di ogni volteggio e, senza sussiego e come niente fosse, sanno adeguarsi prontamente all’eterogenea esigente clientela (mica sempre facile!).
I fornelli da anni sono governati da ben tre cuochi, Matteo Marfili, Rachid Kaddouri, Enrico Capra, che hanno sempre cucinato al meglio la materia prima loro fornita traendone dei piatti classici; dalla cena descritta parrebbe che oggi attraversino uno dei periodi migliori.
Parrebbe anche che, post pandemia, questa istituzione, aperta dal 1905, cerchi di riprendere ad essere il punto di riferimento della città e della Riviera per serate eleganti degne del suo blasonato nome, con cucina di buon livello. Perché, se è vero che San Remo ha da scriversi Sanremo e la casa da gioco ne è il suo Casinò, è pur vero che entrambi devono mantenere ortografia e accento di pronuncia al punto giusto.
Castelbianco (SV) – G I N – Località Pennavaire 99 – Tel. 0182 77001
A una dozzina di chilometri a monte dal casello autostradale A6 di ALBENGA, Castelbianco, riconosciuto tra i “Borghi più belli d’Italia”, ha due “anime”, una di valle e l’altra di vetta. Qui siamo nella valle, a poca distanza dal corso del Pennavaire, contornato da impenetrabili colline verdi e un po’ misteriose allo spegnersi del giorno. L’insegna della locanda ha storia e tradizione come pietra miliare della miglior ristorazione della zona. Ante pandemia avevano annunciato cambiamenti ma le chiusure del 2021 hanno impedito a molti affezionati di constatarle. Come poteva esser possibile migliorare una casa dove regnava l’intimità, la classe, lo charme degli ambienti in rosa con ricchi tendaggi, argenterie di censo, preziose tovaglie in lino e mise en place tipo “table habillé” fino al pavimento?
Ebbene eccoci qua: L’AMBIENTE del locale è “smagrito”, se così posso esprimermi, con predominanze di colore bianco, infissi di pregio in bella vista, tavoli in lucido legno massiccio ai quali le tovaglie sono state sostituite da due impeccabili deschi sottopiatto rotondi in stoffa, ci sono mini abat-jour stilizzati romboidali (a batteria), bicchieri di fine fattura, contenitori in cristallo per grissini focaccine e pani vari tiepidi, un appoggio per due posate e tovaglioli già facenti parte del precedente finissimo loro tovagliato. Insomma, c’è stata un adeguamento verso una ambientazione più snella e quasi bistrotteggiante.
Però è tutt’altro che bistrotteggiante il SERVIZIO di Patron MARINO e della premurosa camerierina in scuro che hanno giusta professionalità, gentilezza istintiva e grande disponibilità dall’aperitivo al caffè.
La linea di cucina però non è cambiata e anzi, direi che Patronne Rosa è giunta ad un traguardo della sua evoluzione cucinaria, che smentirebbe chi pensasse che la cucina vegetariana e vegana debbano necessariamente essere soltanto semplici da preparare e con soliti sapori noti. Ebbene questo è il momento e l’indirizzo per provare il contrario, con belle sorprese e conferme.
Il MENU NATURA a 30 euro è completamente vegetariano. Esso comprende: 1)Carosello di antipasti e precisamente: Carpaccio di daikon; Paté di lenticchie e chutney di anguria; Bacio di anacardi e pistacchi su germogli; Zucchina ripiena di patate e semi di zucca; Lattughina ripiena in brodo di geranio. – 2) Chicche di patate alga spirulina con crema di curcuma e nocciole; 3) Chili di fagioli neri e verdure; 4) Semifreddo alla banana con scagliette di cioccolato. In ogni portata ho trovato conferme e sorprese, piacevolezze e mirabilie.
Ovviamente non hanno rinnegato anche la cucina non vegetariana. Il MENU LADY CHEF a 35 euro, comprende: 1) Carosello di antipasti, costituito da: Tartara di Fassone con senape e perle di rucola; Bigné ripieno con mousse di mortadella; Vitello tonnato; Strudel di zucchine, provola affumicata e barbabietola; Fagottino al pesto. Tagliolini al cacao con crema di verzi e gel di peperoni rossi. 3) Arrosto di maialino con prugne e cipollotti. 4) Tiramisù estivo alle pesche, profumato allo zenzero e agrumi.
Fermo restando che per la scelta vini è possibile senza problemi essere accompagnati in cantina, dove si può constatare la onustà dell’assortimento, ciò che è incredibile è la moderazione dei ricarichi… Moltissimi vini di qualità sono disponibili sotto ai 20 euro. Ma ciò che ho trovato sorprendente sono i prezzi dei vini importanti… Qualche esempio per gaudenti? Che ne direste di un Cervaro della Sala di Marchesi Antinori a 40 euro? Di uno Champagne Philipponnat a 50 euro? Per i più fortunati e “depravati” cultori di Bacco c’è persino un Barolo Riserva 95 Monfortino Giacomo Conterno, in carta a meno della metà del consueto: una vera tentazione diabolica!.
Nelle belle giornate dispongono anche di un accattivante spazio all’aperto. Per quanto riguarda il parcheggio quello dei ciliegi è perfetto sia in estate che in inverno. Ma andateci presto, perché le chiusure autunnali in bassa stagione inizieranno a breve. Imperativamente: prenotate sempre!
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