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La recensione: a Bordighera Ristorante ROMOLO A MAREA

Bordighera – RISTORANTE ROMOLO A MAREA

Lungomare Argentina 1 – Tel 0184  261 105

Romolo Giordano, da decenni protagonista della ristorazione del Ponente Ligure, anni fa fu tra i primi a percepire il cambio di  tendenza del settore ristorazione e chiuse la stellata “Via Romana”, un ristorante che era tra i migliori dell’intera Liguria, per aprire alcuni altri locali di tono diverso in posizione strategica al bordo della spiaggia di Bordighera. La “Romolo Collection”, da allora ha ottenuto consensi, conquistato ambiziosi nuovi traguardi  e tuttora “va alla grande”, sia in alta che in bassa stagione, puntando sopratutto sul passaparola di clienti contenti, da “bouche a oreille”, dicono i cugini francesi. Ed ha anzi invitato le Guide Nazionali ad evitare di inserirlo nelle loro pubblicazioni.

Il locale si trova proprio dabbasso alla rotonda a levante del lungomare, con un parcheggio pubblico soprastante dal quale, dopo un breve percorso ben sistemato, si è presto arrivati. L’ambiente è privo di ogni formalità, ha uno spazio al chiuso e uno smisurato all’ aperto; le illuminazioni sono razionali,  non c’è musica di sottofondo (a volte arriva quella, impagabile, del mare agitato), gli addetti sono una quindicina e ogni particolare è teso alla funzionalità. Sono in stoffa consistente le tovaglie passanti e i tovaglioli;  di buon tono le mise en place, nel loro insieme. Il pane è servito in un sacchetto di carta candido e un po’ civettuolo.

Appena seduti saranno pronti a chiedervi se desiderate ordinare un aperitivo, magari di bollicine italiane o francesi; dopodiché ecco la carta, su QR Code oppure “monouso”. Essa elenca le portate in lista (14-22 euro ciascuna), ma quella più accattivante è la lavagnetta, che viene compilata giornalmente e che raggiunge tosto il bordo tavolo in bella vista, catturando subito l’attenzione perché, si immagina, ci sono le proposte che possono cambiare ogni giorno a seconda delle disponibilità del mercato del mattino e del pescato soggetto all’ umore del mare.

La sera del mio passaggio essa elencava e consigliava: Crudo di tonno, ricciola, alalunga, gamberetti bianchi (€ 32) – Gamberi di Sanremo crudi o a vapore accompagnati da verdure e salsine, serviti in numero di cinque, impeccabili e di dimensioni ragguardevole (€ 40); Carpaccio di gambero rosa con emulsione di ricci e corallo (€ 18) – Ravioli (formato Romolo) al sugo di orata (€ 16) –  Paccheri e ragu di polpo (€ 16) – Tagliolini al pesto con ciuffi di calamari fritti (€ 16) – Fritto Misto (€ 20). Quanto al dessert tra la decina di proposte m’è parso “interessante” il Tuttopistacchio (€ 8) che ha concluso la cena.

Anche la carta vini è consultabile tramite QRCode e va detto che l’offerta è ricca e ben classificata con indici intuitivi sia per vini locali che altri italiani e stranieri. I loro prezzi sono normali e non graveranno eccessivamente sul conto, il quale comprenderà anche il coperto di  2,50 euro (1,50 in terrazza a pranzo). L’acqua trattata è a 3 euro. Il caffè 2 euro. 

Il servizio, positivo, fattivo, disinvolto e capace, va e viene veloce con molti “tutto bene?” e senza troppe altre parole di circostanza che non siano strettamente indispensabili. E’ anche piacevole la comunicativa di patron Romolo, con il quale è facile attardarsi: la sua caratteristica rara e sorprendente è la generosità, che lo fa anche cauto nella critica e generoso nella lode anche verso i colleghi. Egli sa il fatto suo e anche i clienti lontani diventano habituées. Conseguentemente, alla molta frequentazione che si vive qui sia al mezzodì che alla sera, i nativi non fanno più caso e i “foresti” s’incantano  respirando profumo di risacca mentre l’occhio passa dagli scogli del poco lontano Capo Ampeglio sino  all’orizzonte libero sul mare, attardandosi per meraviglia. Qui anche i giorni feriali paiono giorni di festa e questi ultimi non differiscono da quelli qualunque: è la”belle vie”  di Romolo a Marea!

luigino.filippi#alice.it

La recensione: ristorante MARCO POLO a Ventimiglia

Ventimiglia – MARCO POLO – Passeggiata Cavallotti 2

Tel. 0184 352 678 – marcopolo1960.com

“60, il futuro ha radici antiche” ha scritto e sottoscritto il giovane DIEGO PANI sulla copertina della sua carta. E in effetti ha la bellezza di 60 anni “ottimamente portati” questo locale in boiserie (rinnovata completamente quest’anno) adagiato sull’ ampia spiaggia del lungomare. Sono anche certamente antichi i tamerici salmastri e gli eucaliptus svolazzanti che ne ombreggiano il giardino di pitosfori e siepi e fiori e altre piante “da marina”. Da questa estate il ristorante è stato installato in questa oasi di verde, silenzio e buon gusto. Con sistemazioni dei tavoli decisamente e piacevolmente distanziate anche per naturalità dei luoghi. Pertanto, tra i ristoranti della provincia, questo è quello che offre il giardino sul mare più antico ed ammaliante. Con il cambio delle luci al tramonto, ho sentito dei “cugini” Francesi, che a questi tavoli non mancano mai, hanno sintetizzato: “Icì tout est luxe calme et voluptée”: magia di una definizione insuperabile.

I tavoli, rotondi e apparecchiati con tovagliato di qualità, poderosa candela, mises en place classiche ed essenziali. All’ arrivo vi chiederanno se gradite un aperitivo, che serviranno con apetizer dignitosi e generosi, solitamente una magnum di Franciacorta, oppure uno Champagne Nominé-Renard (etichetta firmata Diego Pani) che potrebbero accompagnare tranquillamente tutto il pasto, se a base di pescato. 

Parliamo della carta (senza prezzi quella per le signore). Inizia con l’offerta del MENU MARCO POLO a 60 euro, descritto come “il nostro percorso di degustazione, preparato per l’insieme del tavolo con i prodotti del mare e della campagna di Ventimiglia”. Per la scelta alla carta seguono sei ANTIPASTI (€ 18-22), tra i quali il Crudo di scampi al sesamo, aceto di Xeres ed eucalipto di equilibrio perfetto e servito con generosità che conquista facilmente anche chi ascolta i nutrizionisti e, sordo alle sirene di “influencers & tendenzer”, ci va prudentemente piano con i crudi di mare. Cito anche il Gratin di pomodori e tonno della costa, erbe ed olive Taggiasche. Notevole anche il Foie Gras affumicato, sedano e nocciole che ho assaggiato in passato ed è molto “gettonato” non soltanto dai Francesi. 

Seguono cinque PRIMI PIATTI ( € 18-30), tra cui i Tagliolini freschi al basilico con aragosta in fricassea, non in porzioni da mangioni d’altri tempi, ma ben presentato e tutto considerato bastevole all’ equilibrio di una cena completa. C’è anche una offerta storica: il Risotto al polpo e alle erbe della nonna Maria (Classico 1960), indicato per due persone ma… le deroghe non sono difficili perché la casa è ragionevole e molto “dedicata” al confort dei suoi avventori.

Il servizio, in scuro e di scuola, non vi annoia “ronronnandovi” inutilmente intorno; con discrezione è però attento, capace, pronto al ripristino del cestino dei pani (tiepidi) e del bicchiere. Ed è preparato a rispondere, spiegare etc..   Pertanto ben presto eccovi serviti dei SECONDI PIATTI (€ 24-30) tra i quali cito il Fritto Misto all’olio EVO (Classico 1960), nonché una “monumentale” Pescatrice laccata al miele e al polline, finocchi e salsa agli agrumi di cottura diversificata. 

Al DESSERT oltre che al dolce, fa capolino l’offerta di un bel plateau di Formaggi (€ 10), invitanti, ben selezionati e serviti con generosità.

La carta vini è ben fornita. Potete vederla con il QRCode sul vostro telefonino, ma per i più pigri compare un tablet dove, consultando l’indice iniziale suddiviso per regioni, si individuano facilmente gli elenchi delle etichette. I prezzi sono normali. Per chi chiede i camerieri aiutano.

Concludendo: la sistemazione estiva ha una “lochescion” tra le migliori del circondario, quella invernale ha atmosfere da Yacht Club inglese d’altri tempi introvabile nel Ponente Ligure. La cucina mantiene la tradizione ma la “riattualizza” secondo il gusto dei nostri tempi. Il prezzo del menu a 60 euro, a questo livello di qualità d’insieme, è decisamente riguardoso verso chi non si accontenta di mangiar bene, ma desidera anche ed ancora un “ambiente”, una atmosfera, un servizio, una sosta raffinata. Cosa aspettate? Vestitevi eleganti curando il “luk” prima di uscire per la cena e fiondatevi qui ! Però, attenzione, è meglio prenotare con un certo anticipo perché i clienti sono molti e fedeli !luigino.filippi@alice.it

La recensione. A Cervo il Ristorante SANGIO/R/GINO ha questo nuovo nome.

La vista dalla terrazza grande del ristorante

Cervo – Ristorante SANGIO/R/GINO

Via Ugo Foscolo 36 – Tel. 0183 400 175

La nuova insegna del ristorante, scritta in carta, è SANGIO/R/GINO, anziché San Giorgio come in precedenza, ma per il resto poco è cambiato. Il look degli ambienti prosegue con il consueto gusto e confort, un po’ alleggerito di tendaggi e onustà, ma fermi i quadri d’autore, gli argenti, l’oggettistica raffinata e anche tipica sempre di buon gusto e, naturalmente, i pregiate tovagliati di Fiandra, anche al mezzodì. Non manca un sottofondo di buona musica, calma ma non “da dormia” che, essendo strumentale, non infastidisce con acuti di stars rockettare ed è diffusa a volume giusto. Le romantiche salette sono tre, poi c’è la grande terrazza panoramica coperta nonché un terrazzino ligure con ringhiera con soli tre tavoli “galeottissimi”, dai quali nel cambio di luce delle serate estive si può godere uno spettacolare tramonto dal mare al Pizzo d’Evigno (989 metri), che ….. potrebbe essere un ricordo dolce nelle uggiose serate invernali. In questo ambientino di cotanta bellezza e confort patron Alessandro accoglie garbatamente  e vi lascia tranquilli di scegliere e consultarvi in tutta libertà e confidenza con i vostri commensali: per lui parla la lista (bilingue) che vi sarà stata consegnata in un battibaleno.  

Premesso che, senza se e senza ma, la casa prosegue nella sua tradizione di ottima materia prima, vediamo la carta che si apre elencando nove aperitivi, dai vini fermi al Prosecco e agli Champagne (€ 5 – 12) che verranno serviti con stuzzichini caldi più una “bomboniera” di olive (€ 3).

La seconda pagina offre il MENU LIGURE (€ 25): 1) Troffie al pesto corto (pomodoro e pesto) – 2) Calamari al vapore, cozze, patata e sedano in emulsione di extravergine e limone – 3) un bicchiere di Vermentino di marca. Lo si direbbe disponibile sia a mezzodì che alla sera, non essendo diversamente specificato sulla carta stessa.

La terza pagina è occupata dal MENU DEGUSTAZIONE (euro 45): 1) Carpaccio di Mare con maionese liquida al Wasaby – 2) Calamari al vapore, cozze, patata,e sedano in emulsione all’olio EVO e limone – 3) Gnocchi con gamberetti, aglio, olio, peperoncino e un po’ di Reggiano – 4) Scaloppa di pesce al sale con pomodori e patate gratinati – 5) Cremino con fragole padellate e zenzero.

La carta prosegue con sei ANTIPASTI (€ 15-26), tra i quali i Gamberetti crudi con l’equilibratissima concassa di mostarda di agrumi; nonché le invitanti capesante alla piastra su pesche flambate, fegato grasso e marmellata di cipolla rossa. Le “PIETANZE” sono sei ( € 16-25) tra le quali sono  le “acciughe ripiene alla Ligure con Trevisana” imperdibili per materia prima TOP; la scaloppa di pescato in ogni fattura e altri piatti di pescato. Ma va sottolineato, per chi ama la carne, che questo è uno dei rari ristoranti del largo circondario che sta lontano dalle forniture di filiere industriali e si avvale di un macellaio locale che “traccia” rigorosamente il percorso delle sue forniture a partire dai pascoli.

Post … “corona”, i piatti del San Giorgio, mi paiono meno elaborati e più essenziali, felici connubi tra tradizione e modernità; pochi titoli indicano “… su fondo di… ” e i piatti sono assolutamente chiari, cesellati in giusta misura, fermi i sapori-colori talvolta  caleidoscopici che da sempre vengono proposti qui;  se siete curiosi e golosi, oltre che piacervi al sapore, vi divertiranno anche come aspetto.

Se tutto ciò non bastasse con questa riapertura è comparsa sui tavoli una piccola lavagnetta con le PROPOSTE DEL GIORNO: al mio passaggio ecco la Panzanella di Gamberi di Oneglia (€ 38) – gli Spaghetti all’aragosta (€ 28) – il piatto TOP di scampi e Gamberi di Oneglia grigliati con verdure (€ 55).

I DOLCI sono sei (€ 6,50 – 8), tra i quali il Cremino con fragole padellate e zenzero, oppure il gelato alla crema servito con salsa al cioccolato. Abbinabile un pregiato  Passito di Pantelleria a bicchiere (€ 10). In ultima pagina compare una selezione di 22 distillati (€ 8-18):  Rum, Whisky, Cognac e Bas Armagnac, Tequila di ottima etichetta.

La CARTA VINI è il volume in pelle che viene appoggiato con le cautele prescritte di questi tempi. C’è una straordinaria offerta di centinaia di etichette e di decine di Champagne, la passione di Alessandro, che può illustrare caratteristiche e sfumature di ogni etichetta.

A fine serata chef Caterina, dalle originali “mises” ormai proverbiali, passa a tutti i tavoli e si ferma se gradita, chiedendo, ascoltando, spiegando; si direbbe faccia tesoro delle parole degli avventori e, entusiasta del suo compito pare divertirsi anche… .

Infine, ma non ultimo: il servizio scorre via al ritmo giusto. Tutti bravi, ma Michele, cameriere versatile e di deliziosa bonomia, sa assecondare un cliente e si avverte la sua passione per il proprio lavoro. Vi farà sentire accolti e “a casa”: bravo! 

Non mancate a questi tavoli estivi, ma prenotate sempre e per tempo! luigino.filippi@alice.it

La recensione: a Castelbianco Locanda Ristorante GIN

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Il nuovo aspetto del ristorante GI

CASTELBIANCO (SV) – Locanda Ristorante GIN

Via Pennavaire 99 – Tel. 0182 77001 – www.dagin.it

Questa locanda, storica “colonna” dell’albergazione di qualità in Valle Pennavaira, ha riaperto i battent, con novità preannunciate sin dal mese di  gennaio, ancor prima della sua consueta chiusura stagionale annuale.  Non nascondo che la curiosità era forte perché mi domandavo come si potesse migliorare ancora uno dei più affascinanti locali dell’entroterra ligure: una sala da sempre scevra dalle banali consuetudini degli anodizzati, senza sostegni in legno a vista al soffitto e senza tutte le banalità dei molti “mangifici” dei paesini dell’entroterra: una sala dove trionfava l’intimità, con una parete laccata sul rosa, tendaggi quasi onusti, mise en place da ristorante molto chic, tovaglie quasi fino al pavimento, una bella rosa ad ogni tavolo etc …

E invece la trasformazione c’è stata, eccome! Ed è stata eseguita con molto gusto d’insieme. Il locale ha mutato pelle adeguandosi  alle nuove tendenze di spazi che paiono più ampi, forse anche grazie al colore bianco (anche rassicurante di questi tempi), che lega con le storiche pareti rimaste in pietra viva. C’è qualche idea in più, che si concretizza negli ampi tavoli rotondi in legno tradizionale di impeccabile nitore, luci diffuse più un abat-jour di design ad ogni tavolo, senza tovaglie ma con dischi mono-coperto rivestiti da  rustici dischi in stoffa che sono consoni ai tempi; le posate hanno un apposito appoggio, i tovaglioli sono ampi e tradizionali. I pani e le focacce vengono posti in un cestino (che poi verrà prontamente ripristinato). 

Ma veniamo al “focus” del ristorante, che deve essere ovviamente la cucina. Quella di ROSA, la patronne, segue la linea già intrapresa negli ultimi anni, che non tradisce le peculiarità del territorio e sposta il baricentro verso nuove aspettative, ma senza forzature, semplicemente evolvendo nella tradizione. Con dei menu adatti ai tempi nei quali Rosa, pur non essendo “sorda” ai dettami di oggi, più leggeri dei tradizionali di qualche anno addietro, fa la “sua” cucina che ha come imperativo  “il risultato” al palato, ma senza “boutades” per sorprendere a qualunque costo: in definitiva semplice e naturale. Con molta attenzione,  ad esempio, verso il MENU  NATURE  (30 euro) composto da sette portate tutte vegetariane, quasi vegane: Carosello di quattro ANTIPASTI ovvero, nell’ordine: l’insalatina russa vegetariana, seguita da quella di asparagi Violetti di Albenga con mandorle, seguita da Sedano rapa tonnato con maionese semi vegetariana, seguito da una curiosa Barrique ai porcini. Come PRIMO gli Gnocchetti di castagne con pomodori secchi e le zucchine del proprio orto, come SECONDO le Polpette di miglio e peperoni , come DESSERT lo Spicchio di torta Dobos con gelato alla menta piperita, oppure Crock bavarese al cocco e frutti di bosco. Esiste anche un menu non vegetariano: il MENU LADY CHEF (35 euro) composto da sette portate: Carosello di quattro antipasti a sorpresa, Tortelli di maialino su crema di carote e zenzero; Fuso di galletto al Tartufo Nero della Val Pennavaire e couloise di piselli,  Parfait alle spezie. I menu cambiano ogni settimana.

 Il servizio eseguito e diretto da patron MARINO è premuroso, pronto ed amabile ma non vi “starà addosso”. Le posaterie vengono debitamente cambiate nei vari step del pasto, il vino è servito con attenzione al rabbocco, ma senza insistenze.  A proposito di vini: la carta vini è declamata a voce, ma il patron, con le dovute cautele di legge, è disponibile come sempre a farvi scegliere in una cantina spettacolare. Oltretutto i prezzi sono morigerati.

Riassumendo: la rassicurante locanda continua la tradizione della casa fatta di una ospitalità che da decenni richiama clientela fedelissima, a pochi chilometri rispetto al comodo casello autostradale di Albenga e con due parcheggi riservati che consentono di arrivare e ripartire in tutta tranquillità. E’ consigliabile prenotare sempre.

luigino.filippi@alice.it

La recensione: a Sanremo Ristorante Ittiturismo Motobarca Patrizia

Il piatto degli scampi semplicemente al vapore

ITTITURISMO MB Patrizia

Corso Trento e Trieste 21

Tel. 0184 189 1905

In questo momento è uno dei migliori rapporti qualità prezzo della provincia, con un MENU DEGUSTAZIONE al GAMBERO DI SANREMO  A 38 EURO. Ciò premesso va detto che non è questo il solo incentivo ad accomodarsi a questi tavoli. Brevemente: l’ambiente è costituito da due spazi, uno all’ interno di eleganza classica e l’altro una veranda di design d’architetto, con aperture con tende mobili che ne consentono la chiusura o meno a seconda delle preferenze del cliente. C’è  luce, spazio, nitore, musica di consumo in “calmo” sottofondo. Le mise en place sono confortevoli ed eleganti. Bella anche la “faraonica” cucina che, essendo a vista dalla sala, consente di vedere chi lavora per il vostro confort.

Vi ricevono con solerzia e cortesia; dagli occhi oltre la mascherina si indovinano larghi sorrisi che si aprono con voci argentine per accogliervi, consigliarvi un tavolo, illustrarvi un piatto o un vino. Dopodiché sono ben presenti per ogni momento della serata, senza però “rosolarvi” con il consueto discorrere fine a se stesso come purtroppo usa un po’ ovunque. 

Verso le 20 – 20.30 arriva il pescatore in calzoncini, uno dei patron della Motobarca Patrizia: senza esibizione alcuna attraversa la sala e consegna alla cucina le invitanti cassette di pescato e di crostacei (foto): una garanzia di qualità che incanta e fidelizza la clientela, anche quella del lunedì, come la sera del mio passaggio. 

La consegna della cucina è quella di rispettare la materia prima. Perciò ecco quattro ANTIPASTI (€ 10-25) tra i quali cito il Crudo della barca (€ 25) oppure la Bruschetta sapore di mare (€ 14). Quattro PRIMI (€ 13-18) tra i quali i Tagliolini ai Gamberi di Sanremo (€ 18) oppure i Vermicelli burro acido, bottarga e scarola liquida (€ 14). Cinque i SECONDI (€ 20) tra i quali il Filetto di pescato, consistenza di verdure e insalata russa alla mela verde o, per chi desidera carne, la Tagliata di Fassona (€ 20). Dei tre DESSERT  (€ 6) segnalo il Morbido al cioccolato, biscotto e mou salato.

La fornita carta vini è ancora il volume un po’ “stanco” ante corona virus, ma viene consegnato al tavolo insieme ai prescritti guanti. La carta cibi del cliente non deve essere riconsegnata.

Devo ancora segnalare anche che continuano a fare servizio da asporto, di consegna a domicilio da Ventimiglia a Imperia. Ecco la relativa “CARTA  DELIVERY E TAKEWAY”: Cinque ANTIPASTI (€ 6-13) tra i quali il mantecato Branda del loro pescato (€ 6) ; la Tartare di pescato e insalatina di verza (€ 10). Tre PRIMI, tra i quali i gnocchetti ai Gamberi di Sanremo (€ 12); il Raviolino di erbette, aglio, olio, peperoncino e pescatrice. Tre i SECONDI tra i quali il Filetto di pescato con verdure di stagione (€ 15); il Fritto della nostra barca (€ 12) – Gamberi e scampi (€ 8 all’etto). Tre i DESSERT (€ 4) tra i quali Profiteroles, millefoglie e fragole, Tiramisù. Sempre sulla CARTA DELIVERY E TAKE AWAY è previsto un MENU DEGUSTAZIONE di quattro portate, tartare di gambero – Gnocchetti mantecati con la bisque e gamberi – Fritto di gamberi e panissa – Profiteroles, a 33 EURO.

Un plus riconosciuto del quale si parla molto è il loro perfetto servizio a domicilio, di cibi a giusta temperatura, serviti in tutta la provincia senza supplementi di prezzo. Notevole la possibilità offerta, rara in provincia, del SERVIZIO CON CAMERIERE A DOMICILIO, con prezzi da concordarsi.

Insomma, tutto va, la qual cosa, dopo i tempi “quaresimali” degli ultimi tre mesi, è rassicurante perché ci fornisce la prova che a Sanremo possiamo attenderci ancora momenti felici, a prezzi ragionevoli, almeno nei ristoranti come questo: un punto fermo di serietà e professionalità, . luigino.filippi@alice.it