La recensione. A Ortovero (12 km da Albenga): ristorante Grani di Pepe

2018 15 gennaio (19) - Copia.                                    Ortovero (SV) –  GRANI DI PEPE

         Via Roma 5  –  Tel. 0182 547 245   –  www.granidipepe.biz

                                                  chiusura: mercoledì

IA 12 chilometri dall’uscita autostradale di Albenga, in mezzo alla campagna, si penserebbe di trovare la classica trattoria da tagliatelle e coniglio. E invece ecco, dietro l’insegna con sottotitolo “Cucina Semplice”, una costruzione dall’aspetto rustico-elegante con opportuno parcheggio, che ha anche uno spazio tranquillo all’aperto. Direi che è più  intima la sua saletta, attorniata da pareti con tendaggi ricchi, bottiglie da “arredo”, foto storiche gradevoli e luci “strategiche”.  Il riscaldamento è ad aria calda: per i più freddolosi è preferibile sistemarsi in fondo al locale. I tavoli hanno comode “gareghe” con cuscino,  tovaglie cru, una piccola boule con gerbera rossa, posateria e stoviglierie eleganti, pane tiepido di diverse qualità e anche una bottiglia di olio EVO di Taggiasca di Armando Garello da Nasino (SV).

A parte l’indicazione del coperto (2 euro), alla prima pagina della carta ho trovato quattro PROPOSTE DEL GIORNO (dai 14 ai 18 euro ), ovvero i Gamberi al vapore con crema di topinambur  o con carciofi di Albenga e olio EVO. Poi tagliolini, gamberoni, carciofi d’Albenga e pomodoro e infine i Calamari ripieni alla ligure con carciofi. In pratica quasi una rassegna sul carciofo nella sua giusta stagione. La carta cambia ogni due settimane. Segue una pagina con ben sette ANTIPASTI (dai 12 ai 20 euro) tra i quali cito la battuta al coltello di carne Fassona e carciofi crudi, oppure il foie gras, pane nero e chutney di cipolle rosse (troppo agro, nel mio caso – ma credo sia stato una svista occasionale), oppure il Cappon Magro della tradizione ligure e salsa verde. I PRIMI (dai 14 ai 16 euro) sono quattro, tra i quali gli splendidi ravioli di zucca con burro della nonna e limone, oppure i tagliolini con crema al limone, bottarga e croccante di agrumi. Dalla cucina ogni tanto il cuoco ANDREA SIRI viene a rendersi conto dell’umore della sala. Nei SECONDI  (dai 17 ai 28 euro), sono elencati tre piati di carne tra i quali il Cappello da prete cotto a bassa temperatura, brasato alla Barbera d’Alba e contorno, oppure due proposte di pesce, tra le quali un classico pescato del giorno con pinoli, olive Taggiasche e contorni.  Ben 10 offerte di DOLCI (8 euro) chiudono il pasto, e tra esse il semifreddo all’amaretto su crema di cioccolato bicolore; oppure il Tortino di mele tiepido, crema inglese, gelato fiordilatte; oppure una Tarte Tatin secondo i giusti canoni, ma con qualche poco addolcita rispetto alla classica originale.

La carta dei circa 150 vini è sorprendente per la sua ricchezza e per la variegata raccolta di etichette italiane ed estere e molti sono i vini che non superano i 20 euro. Segnalo una Granaccia di Vincenzo Turco di Quiliano  a 26 euro, nonché ben 12 Champagne, serviti “comme ilfaut”  in secchiello trasparente Pol Roger. Notevole l’ultima pagina della carta vini con 15 Rhum e 20 Wisky. Il servizio, molto accogliente, vi cura quanto è necessario, senza farvi mancare nulla ed è anche disponibile a qualche parola, ma senza allungare troppo le sue risposte e la sua presenza. Il tutto fatturato a prezzi da angeli. Se serviva un punto di riferimento, questa valle finalmente l’ha trovato.

P.S. Contrariamente a quanto è scritto sulle Guide, chiudono il mercoledì.   (visitato il 15/01/2018) luigino.filippi@alice.it

AGGIORNAMENTO: rivisitato il 8/8/2018 ho trovato uno spazio esterno completamente riattato e assai di atmosfera, forse a una patronne di buon gusto e dal sorriso aperto. Per contro non ho più trovato in carta Champagne di Petit Récoltants.