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A Sissach (CH) macellati pubblicamente due maiali: le reazioni.

sissach“Un macellaio annuncia che per una volta non vuole fare il suo lavoro nascosto nel suo locale di piastrelle bianche, ma vuole macellare due maiali in pubblico. Gli animalisti si indignano, minacciano di ricorrere agli avvocati, fanno pressione sul governo cantonale perché vieti l’evento. La storia di una vecchia tradizione che non trova più posto nella società moderna.

Un colpo. In una frazione di secondo la punta di ferro della pistola a proiettale captivo distrugge il cervello del maiale, grande come una papaia. Manda gli ultimi segnali ai fasci di nervi. Le zampe rosa si contraggono nel fieno. Due uomini sorreggono il pesante corpo. Uno recide la carotide, il sangue rosso-scuro zampilla in una bacinella bianca. Piccole gocce finiscono sul grembiule di plastica del macellaio e sul colletto della sua camicia rigata.

A Sissach nel canton Basilea-Campagna, un piccolo paese nel nord della Svizzera, in questo umido sabato mattina vengono macellati pubblicamente due maiali. È una cosiddetta “mazziglia”, una vecchia tradizione svizzera (e non solo), che tradizionalmente avviene quando una fitta nebbia copre i tetti e le foglie cadono dagli alberi.

Fin dal XVIII secolo nelle campagne le famiglie svizzere si procuravano in primavera due o tre maialini che ingrassavano durante tutta l’estate. In autunno li macellavano nelle corti. La carne veniva cotta, salmistrata, affumicata, seccata e messa in dispensa per l’inverno. Alcune interiora, impossibili da conservare a lungo, venivano cucinate immediatamente. Per esempio i sanguinacci insaccati, il cui ingrediente principale – lo dice il nome stesso – è il sangue del maiale.”

E’ l’inizio di un lungo articolo sull’argomento, che trovate sul seguente link:

https://www.swissinfo.ch/ita/societa/macellazione-pubblica_perch%C3%A9-non-vogliono-sapere-quel-che-fanno/43648748?srg_evsource=newsletter&ns_mchannel=email&ns_source=swi-nl&ns_campaign=nl-w[45]

Tartufi Bianchi ? Troppo pochi quest’anno quelli di Alba !

P1010246Quest’anno pare sia a rischio anche la celebre asta delle preziose trifule di grinzane Cavour (foto di qualche anno fa). Le cause sarebbe ro duplici: la prima è la scarsità del prodotto causa meteo; la seconda deriva dalla introduzione di una normativa fiscale che, per garantire la tracciabilità dei prodotti, impone ai compratori di effettuare il versamento di una ritenuta d’imposta con obbligo di rivalsa in luogo della vecchia autofattura anonima, facendo così uscire i cercatori dal secolare anonimato. Lo scrive Roberto Fiori su La Stampa di giovedì scorso, paventando che quest’anno si debbano importare tartufi da Croazia, Albania, Bulgaria, Grecia, Romania…    Perché, gli altri anni non li importavamo anche dalla Cina?  Magari “profumandoli” poi con bi-tiometiltiometano?