Uno studio del 24 Ore si domanda quanto valgono gli Espressi per i 149 mila bar italiani: 6.600 milioni di euro, con una media di 175 al giorno per ogni bar. Il sito Dissapore riprende anche altri particolari della la notizia. ” Per ottenere un espresso o un cappuccino, servono 7 grammi di caffè, ovvero con un chilo si preparano, al netto degli sprechi, 130 tazzine. Ogni tazzina è venduta a circa 1,10 euro, e considerando che il fatturato giornaliero medio di un bar è di circa 340 euro al giorno, il ricavo giornaliero derivante dalle tazzine di caffè è di circa 143 euro, ovvero il 42% del fatturato giornaliero totale.”. Chiaramente poi ogni realtà è diversa dall’altra, ma le medie sarebbero queste.
credito foto: aeroricerche.blogspot). La scorsa settimana ha avuto una buona accoglienza il filmato sulla secca degli Aregai. Ho trovato sul web un’altra chiccca. Un filmato sul relitto del bombardiere precipitato in mare nell’ultimo confelitto e giacente a 45 metri di profondità davanti a Santo Stefano al Mare. E’ forse il sito più visitato dai sub dei club diving locali. Il link è il seguente. Basta evidenziarlo, copiarlo, incollarlo su Google e si apre.:
(credito foto Rivierapress.it). In una epoca che ha fame di energia, esiste anche un Comitato contro la realizzazione di una piccola centrale elettrica, cui la Provincia di Imperia (sì, ancora esistente) ha dato ragione. Essa ha annullato una autorizzazione addirittura già concessa alla domanda che dormiva in attesa del responso dal 2013. Il portavoce del Comitato contro la realizzazione dell’impianto ha dichiarato: “Ha vinto il gambero di fiume, il Rio Carne, a Pigna è salvo”. Giudicate voi leggendo la notizia completa sul seguente link:
Dal 28 marzo al 2 aprile 2018, La Costa Crociere effettuerà una crociera verso Marsiglia e Barcellona che accoglierà soltanto famiglie di separati. Per gli adulti ci saranno incontri e riunioni su temi pertinenti (la separazione, il rapporto con i figli, etc…). Ai figli penseranno nel contempo gli animatori della Costa.
Quest’anno pare sia a rischio anche la celebre asta delle preziose trifule di grinzane Cavour (foto di qualche anno fa). Le cause sarebbe ro duplici: la prima è la scarsità del prodotto causa meteo; la seconda deriva dalla introduzione di una normativa fiscale che, per garantire la tracciabilità dei prodotti, impone ai compratori di effettuare il versamento di una ritenuta d’imposta con obbligo di rivalsa in luogo della vecchia autofattura anonima, facendo così uscire i cercatori dal secolare anonimato. Lo scrive Roberto Fiori su La Stampa di giovedì scorso, paventando che quest’anno si debbano importare tartufi da Croazia, Albania, Bulgaria, Grecia, Romania… Perché, gli altri anni non li importavamo anche dalla Cina? Magari “profumandoli” poi con bi-tiometiltiometano?
Rassegna stampa e web, dritte e zibaldone per bucche sernue
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