Gli spaghetti, cuocerli … a fuoco spento. Alcune autorevoli reazioni sui giornali

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“Riprendiamo le riflessioni di Massimo Gramellini, che stamane nel suo “Caffè” commenta la provocazione del premio Nobel Parisi a cuocere “a freddo” la pasta per risparmiare sulle bollette.“Nel mondo di prima, quello del grande Piero Angela, erano i divulgatori a spiegare la realtà. semplificandola per renderla più comprensibile. Adesso la mediazione è saltata e persino i geni della fisica, sulla scia dei virologi, sentono il bisogno di affacciarsi al balcone mediatico per spezzare il pane della conoscenza. Contenti loro. Personalmente li preferivo chiusi nei laboratori ad analizzare provette e scrivere equazioni incomprensibili, lasciando il lavoro sporco a chi lo fa di mestiere. Nulla rende autorevoli come la distanza”. Così scrive Paolo Massobrio sul suo Golosario. Sul tema interviene anche Viviana Ponchia, che su QN stamane scrive: “Parisi deve unirsi alla brigata che non si rassegna per trovare espedienti che facciano sì risparmiare, ma non minaccino l’ultimo equilibrio su cui può contare l’Italia: basta che sia al dente. Rinunciamo al brasato, retaggio di un’epoca di sperperi spensierati: anche se a fiamma bassa deve cuocere tre ore e mezzo. Addio anche al ragù, al minestrone, alla polenta quella vera da cullare come un bambino dentro cucine trasformate in bagno turco (…) Soluzione estrema: sushi per chi può permetterselo. Altrimenti pane e mortadella, che fa subito austerity