La “REGOLA RASPELLI contro i critici scrocconi…

scrocconiA una riunione degli Stati Generali dell’Informazione Turistica e Agroalimentare a Milano, la lamentela di molti ristoratori è stata che “spesso e dei giornalisti consumano gratis senza poi peraltro scrivere neppure una riga”.  Dei 200 partecipanti alla riunione nessuno ha avuto particolari reazioni,  e il Presidente ha sottolineato  che le tali comportamenti  non devono essere accettati.

Se ho letto bene, mi pare di capire che non si condanni lo “scrocco” in sé, il quale di converso  per qualche ristoratore sarebbe benvenuto purché seguito da scritti favorevoli. Ovvero, non si afferma il diritto a non essere vessati da uno scroccone ma,  dopo aver aderito allo scrocco, di godere di un buon articolo.  Non vi pare mancanza di etica reciproca? di una solita manolavalaltra all’italiana? !

L’unica correttezza professionale è la “Regola Raspelli”:  il ristoratore deve sempre presentare il conto e il giornalista critico deve sempre esigerlo e pagarlo. La pubblicità è un’altra cosa, seria anch’essa, ma altra cosa. Il critico, pagando e scrivendo onestamente,  rispetta se stesso, la sua professione di giornalista e anche quella del ristoratore che, se bravo, non ha bisogno di “soffiatine”. Le connivenze sono miserrime per entrambi, anzi, le associazioni di ristoratori potrebbero facilmente creare una prevenzione e difesa contro certi figùri di poca dignità e i loro comportamenti …

(credito foto: Dagospia)