La recensione. A Pietra Ligure ristorante Il Vecchio Cuoco

2018 ricevute da risto (5)

.                            Pietra Ligure – VECCHIO CUOCO

.             Via Nunzio Cesare Regina 20 (vicino ai Carabinieri)

.                   Tel. 019 207 7146 – (Non hanno sito internet)

Per il parcheggio confidate nella vostra buona stella; detto tra noi ce n’è uno fuori del centro storico, 200 metri prima del passaggio a livello dove solitamente la sera si trova posto. Dopodiché potreste meravigliarvi che a Pietra Ligure, a 100 metri dalla festevole movida della grande piazza, ci sia un vicolo di calma e tranquillità. Intendiamoci, non un vicolo dormiente, ma una zona nella quale si distingue, senza darsi troppe arie, un locale da veri principini. Il “vecchio” cuoco è Franco Garabello, che sottolinea di essere “a Pietra Ligure dal 1985”. Rigorosamente isolato nella suo regno dei fornelli, non esce mai a “fare il bello” in sala dove invia portate generose e ben fatte, senza lasciarsi andare alla moda imperante dei piatti ben spennellati ma serviti semivuoti.

Lucia, dolce e garbata patronne, nonché il personale gentile e capace che l’asseconda, creano una atmosfera tale che nessuno parla troppo forte, l’aria è rilassante e l’ambiente, con un certo charme minimalista, finisce per essere calmo e accoglientissimo. Vi contribuiscono forse anche le sontuose e comode poltrone bordeaux,  le piastrelle esagonali tipo Antica Liguria, i reperti autentici ma non banali  di una antica fattoria che meritano di soffermare l’occhio. I tavoli del dehor in strada sono evidentemente più anonimi e spartani, ma nell’insieme anch’essi sono comodi e soddisfano chi non gradisce la climatizzazione.

Sei gli ANTIPASTI (€ 12-14), tra i quali un buon tradizionale Cappon Magro con tanto di gambero dai lunghi “baffi”;  le richiestissime cozze alla marinara; le lumache del Vecchio Cuoco. Otto i PRIMI (€ 10-14), divisi equamente tra terra e mare, tra  I quali gli straccetti di grano saraceno, olive Taggiasche, pinoli e acciughe fresche ; i gettonatissimi spaghetti cozze e vongole, aglio, olio e peperoncino  e i Ravioli del Plin fatti a mano alle erbe aromatiche. Sei i SECONDI di mare e tre quelli di terra (€ 12-24), tra i quali lo stoccafisso accomodato alla genovese – il baccalà al latte gratinato con patate – la grigliata mista di branzino, gamberoni, calamari.  L’ossobuco di vitello gremolato con riso allo zafferano  – la trippa ligure con le fagiolane. Evidentemente sedersi qui equivale a tuffarsi a capofitto nella più tradizionale cucina ligure che ormai è difficile trovare con cotanta scelta. I DESSERT cambiano di giorno in giorno e quindi sono in carta come “I dolci della casa” e  sorbetti: la mia decisione è stata banale, ma per un NON banale Dolce al fondente che ha chiuso piacevolmente un pasto che ricorderò.

La carta dei vini elenca 50 etichette, ciascuna con una breve “informativa” (scommetto che al prossimo passaggio troverò anche la specificazione dei gradi del vino: importante per chi poi deve guidare). Molte bottiglie sono “a chilometro zero” e sono una decina le “bollicine” italiane, tra le quali uno splendido Spumante Franciacorta  Saten millesimato Castello di Gussago La Santissima Club Cuvée DOC (29 euro).

Concludendo, una casa che “non se la tira” come potrebbe, dove la qualità è nell’ambiente, nella materia prima, nelle preparazioni, nel servizio e anche nel conto finale, indulgente verso la bella clientela che zitta zitta, anzi segnalandoselo da bocca a orecchio, torna e ritorna, fedelissima. Inutile cercare di curiosare su Internet: non hanno il sito, oh bella… !

Luigino.filippi@alice.it –