Pizza: nel Patrimonio UNESCO?

da www.ristorazionecatering.it

Si avvicina una svolta storica per la gastronomia nazionale, la possibilità che venga riconosciuta la pizza italiana come patrimonio dell’Unesco. Un cibo amatissimo dagli italiani che sviluppa un volume di 10 miliardi di euro, nelle circa 63mila pizzerie e locali per l’asporto, taglio e trasporto a domicilio italiani, dove sono impiegate oltre 100mila persone a cui se ne aggiungono 50.000 nel we. Sono circa 5 milioni le pizze che si sfornano ogni giorno, per un totale di un miliardo e mezzo all’anno, con il record detenuto dagli Stati Uniti con un consumo medio di 13 chili per persona all’anno, quasi il doppio di quello degli italiani che si collocano al secondo posto con una media di 7,6 chili a testa. E’ quanto si evidenzia da una ricerca della Coldiretti, dopo la conferma della Commissione italiana Unesco all’iscrizione della pizza nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità, e 300mila firme raccolte dalla Coldiretti con l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e la fondazione UniVerde dell’ex ministro dell’Agricoltura Alfonso Pecoraro Scanio. “La richiesta della Commissione italiana Unesco di candidare l’ “Arte dei Pizzaiuoli Napoletani” da il via a un negoziato internazionale che – continua la Coldiretti – coinvolgerà 163 Stati, iniziando un processo attraverso valutatori indipendenti che esaminerà la richiesta, ed entro il 15 novembre 2016, confermerà o meno se la pizza potrà entrare nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità”. Un importante passo in avanti per difendere e tutelare a livello internazionale un prodotto simbolo dell’Italia nel mondo, che con la globalizzazione rischia di perdere la propria origine, si tratterebbe del settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco, che comprende a livello mondiale 348 elementi iscritti. Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco – continua la Coldiretti – ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale, ben 50. Luca Bonacini

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