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La recensione. A Imperia Ristorante Salvo ai Cacciatori

Imperia – SALVO CACCIATORI – Via Viesseux 12 – Tel. 0183 293 763

Dal 1905, fondato da Agostino Salvo, questo ritrovo della popolazione più agiata del largo circondario tiene il passo con i tempi. Le sale sono due, entrambe con vista su una ariosa cucina (con vetrate insonorizzate), con illuminazione ben studiata, sedie imbottite e mise en place di buon tono, a partire dai sottopiatti storici  in peltro, così come curato è anche il frugale dehor sulla via pedonalizzata. Anche in questo locale, come un po’ ovunque, al lusso del silenzio, pare si preferisca il solito sottofondo lounge monocorde di “gnaragneo” di penetranti voices femminili che…   magari a qualche avventore piacciono anche… .   

Che ho trovato di diverso rispetto all’ante pandemia?  Un ambiente reelook-ato con molti tavoli nudi e senza traccia di  tovaglie, un postumo di recenti igienizzazioni mi hanno detto, anticipandomi che stanno scegliendo un nuovo tipo di tovaglie: speriamo. Per il resto il ristorante ha l’anima e il look di sempre, curato, con simpatici cimeli storici che ne ornano degli appositi spazi perimetrali (un piatto marchiato Cacciatori degli anni ‘50, una bottiglia di vino FIAT (!), disegni dedicati e firmati Peynet,…In tavola i pani serviti a fette, le buone focacce  e i preziosi grissini, tutti fatti in casa.

 Vi piacciono le elaborazioni di vecchie ricette verso la cucina innovativa? Ne troverete un “divertissement” negli apetizer; ad esempio le fette di Piscialandrea e di Torta Verde, piatti tradizionali imperiesi gloriosamente codificati, vengono ora serviti “destrutturati” in graziose ceramiche da assaggi in quantità da tapas divertenti e curiosi. I palati più pigri della clientela “di sempre” li apprezzeranno? Occorre pur tentare di stare al passo con i tempi …

Nei piatti successivi si rispettano le consolidate e ormai eterne tradizioni della casa con concessioni a qualche cauta innovazione. Tra gli ANTIPASTI cito i Gamberi Viola con nasello di lenza, ora serviti in gaspacho, terra di olive Taggiasche e crème fraiche; oppure i Calamaretti spillo ceci, ajolì, cialda di pane. Dei PRIMI PIATTI ecco gli Gnocchi di patata Quarantina seppia saltata, guanciale di Sauris; oppure la portata di Plin di ricotta di bufala, pomodoro al barbecue, basilico. Dei SECONDI PIATTI segnalo il Pescato locale all’asta del porto di Oneglia nelle fatture classiche alla ligure o al sale etc… oppure la Palamita scottata con cipolla marinata al lampone, prugne, erbette aromatiche, salicornia. Dei tre  DOLCI, tutti con consigli di abbinamento a un vino ad hoc, cito il Semifreddo con cioccolata calda identico dal 1946, servito con un Vermouth Riserva Carlo Alberto – Torino.

PREZZI: alla carta sono i seguenti: Coperto 3 euro;  antipasti da 12 a 25 euro; primi: da 16 a 25 euro; da 20 a 24 euro (pescato locale e 8 all’etto); dessert 8 euro. In alternativa alla carta offrono ben tre MENU:  il 4 PORTATE a 45 euro,  il 6 PORTATE a 65 euro, il VEGETARIANO di 4 portate a 40 euro.

La dignitosa CARTA VINI è ben illustrata con tanto di cartina (bello ci fossero anche le gradazioni alcooliche) ed ha prezzi normali. Vengono serviti anche vini a bicchiere che, post pandemia, mi pare siano ovunque sempre più richiesti dalla clientela.  

L’accoglienza e il servizio sono aperti, pronti, disponibili. Il patron, dal canto, suo, ha il cipiglio e la verve del Grande Fondatore: il vate nonno Salvo, che certamente è nell’Olimpo dei Ristoratori Generosi e Intelligenti, sorriderà felice !

La recensione: Ristorante Il PIRATA a Laigueglia

Laigueglia

IL PIRATA – Piazza Maglione 3 – Tel. 0182 499 863

www.ristorantepirata.com

In questo locale appartato e quasi intimo posto sul settentrione della piazzetta senza sbocchi, con insperate risorse di parcheggio nei dintorni, la sera del mio passaggio, ho trovato calma e atmosfera, con spazi protetti da vetrate ed altri del tutto all’aperto con coperture svolazzanti e simpatici separatori verticali quasi artistici verso il passaggio del passeggio. Non mancano fiori, candele e persino un pianista che suona virtuosamente accompagnando con discrezione tutta la cena a volume adatto (e senza cantare); il pianoforte dal vivo è ormai una bella sorpresa più unica che rara in Riviera.  Le mise en place e il tovagliato sono eleganti e tradizionali e l’insieme è di buon gusto.

Il personale in scuro accoglie prontamente e premurosamente vi accompagna al tavolo; la casa offre un aperitivo di benvenuto con degli apetizer, usanza questa quasi del tutto abbandonata altrove, post pandemia. Dopodiché la nuova tendenza, oiboh,  è quella di consigliare il cliente elencando a voce le proposte del giorno. Richiesta la carta si viene invitati cortesemente a leggerla sul cellulare e, per facilitarvi vi daranno il loro già aperto sulla pagina. La consultazione sul piccolo schermo è anche facile, ma certo che manca il maneggio di TUTTI i commensali del tradizionale elenco cartaceo, il conseguente scambio confidenziale di pareri per scegliere i piatti, insomma: un passo indietro “figlio” dei tempi “webbizzanti”. Sarà questo il futuro, con motivazioni che con il confort non c’entrano nulla …

L’elenco è corposo e, fermi i loro capisaldi, cambia frequentemente. Si inizia con due MENU DEGUSTAZIONE, minimo per due persone e preferibilmente per tutto il tavolo. Entrambi promettono un “itinerario selezionato per voi per poter far assaggiare la nostra cucina”. Il PIRATINO è di 5 portate e costa 45 euro; il PIRATA prevede 8 portate e costa 70 euro.

ALLA CARTA la scelta è su cinque SFIZI (€ 9 -25) tra i quali le acciughe in 4 preparazioni e un ineffabile Caviale Calvisius Tradition Prestige. Seguono quattro ANTIPASTI (€ 16-18)  tra i quali cito il polpo con vellutata di Fagioli di Conio mugnoli (cime di rapa) e prosciutto crudo disidratato, sempreché non si opti per la monumentale Crudità di Mare con crostacei, ostriche, pescato locale (€ 45). I PRIMI di PASTE sono sette (€ 14-25) tra i quali cito le molto convincenti Tagliatelle di basilico con veri Gamberi d’ Oneglia, o i Tagliolini 30 tuorli con calamari e funghi Gambesecche di montagna oppure all’aragosta. Nove i SECONDI DI PESCE (€ 18-35) tra i quali le Lattughe ripiene di pescato con passatina di zuppa e briciole di focaccia oppure i Gamberi Viola di Oneglia, calamari e scorzonera all’Aglio di Vessalico cotti nel forno a legna. Tre i SECONDI DI CARNE (€ 18-25) tra i quali gli Zighini, specialità eritrea di bocconcini di manzo stufati con spezie piccanti servite con uovo, riso, injera (farina di teff etiopica), verdure. C’è infine una proposta di tre PIZZE (€ 18) che, dalla descrizione promettono di non essere banali. Tra la decina di DOLCI, curioso e piacevole il Cremoso all’Olio EVO pasta matta dolce, Taggiasche candite e scorzetta di limone.

La scelta vini è mirabolante, però consultabile anch’essa soltanto tramite QR Code sul cellulare (vostro o loro). Tutto sommato è più divertente scegliere il vino visitando la loro enoteca adiacente, con migliaia di bottiglie, curata da un personaggione  competente e devoto a Bacco, che sa consigliare al meglio adeguandosi alle preferenze del cliente. I prezzi dei vini, che post pandemia sono aumentati un po’ ovunque di un 20%, qui sono ancora normali. I vini bianchi e rosé son serviti con ghiaccio in sacchetti trasparenti (non inclinate la bottiglia delle bollicine, per carità: potrebbe cadere!) e il personale si occupa di rabbocchi puntuali soltanto per conservare la giusta temperatura nel bicchiere.  

Concludendo: una sosta che riconcilia con il buon vivere, che merita ritorni frequenti anche nel corso della stessa stagione, per gustare proposte cha hanno il pregio della materia prima indiscussa, della fantasia ambiziosa di realizzare piatti non consueti ma senza rivoluzioni. A Laigueglia, sissignore, località che è diventata, anzi è rimasta, una vera perla discreta e preziosa, che val la pena di riscoprire con una passeggiatina di una mezzora nei dintorni di questo locale.

Luigino Filippi

La recensione: ilristorante FLIPPER a Sanremo

Sanremo – FLIPPER – Corso Mombello 46 – – Tel 0184 532986

flipper1964@virgilio.it

Ecco, finalmente, la ripresa delle attività; le terrazze e i dehor rinascono a vita nuova e i clienti tornano, fedeli, rassicuranti! Per quanto riguarda questo ristorante, l’impressione è che sia ripresa la routine di sempre fatta di concretezza e ospitalità. Il locale è splendente, all’eleganza degli arredi non disturbano incredibilmente due gigaTV a muro (senza audio); ci sono fiori, fogliami rampicanti e ricadenti, candelabri ricchi, ma non “kitch”, mise en place con ampie tovaglie passanti e altri tavoli con tovagliato intero immacolato. Non mancano neppure collane di illuminazioni festose che già da lontano danno l’idea di un locale “che va”. In linea con quanto descritto, l’accoglienza è festosa e cordiale. Il servizio è veloce e concreto, ma non trasmette tensione ai tavoli: non facile. La clientela è elegante ed internazionale e quindi ognuno può rilassarsi grazie ad una carta in cinque lingue: italiano, francese, inglese, tedesco e russo. Eccone le caratteristiche:

Dei 14 ANTIPASTI DI MARE (€ 12-30) sei sono di crudi, tra i quali le Ostriche, i Gamberi Rossi di Sanremo, e il piatto di pesce crudo misto. Non mancano il classico polpo e patate, il Brandacujun, il baccalà e cipolle. Dei 5 ANTIPASTI DI TERRA (€ 10-15) cito la Tartara di Fassone e il Tagliere mix di salumi e formaggi. Dei 17 PRIMI DI PESCE (€ 16-25) cito gli Spaghetti alla chitarra con Gamberi di Sanremo e lime, oppure all’astice o aragosta, nonché i Tagliolini con zucchine e scampi. Ci sono poi 14 PRIMI DI TERRA (€ 9-13) tra i quali gli gnocchi o pasta  al pomodoro e basilico, nonché i ravioli alla bolognese o vegetariani. Sono 16 i SECONDI DI MARE (€ 16 -50) tra i quali i Gamberoni di Sanremo o gli scampi alla griglia oppure bolliti, la Grigliata mista di pesce. Sono 5 i SECONDI DI TERRA (€ 13-25) tra i quali la Tagliata di Angus e la maestosa Tomahawk. Seguono in carta le 5 INSALATE (€ 5,50-15) tra le quali cito la Nicoise, nonché l’insalata di pomodoro, cipolla di Tropea e basilico. Al DESSERT (8 euro) vi presenteranno un grande cabaret con una decina di tipi di dolce, ma non è previsto che vi “facciate” un piatto con diversi assaggi al prezzo di un dessert (es: ho scelto i due piccoli pezzi di due torte diverse presenti sul cabaret, ma anziché darmi proprio quei due che avevo indicato, si sono ritirati e me ne hanno portato due ricche porzioni, pagando poi due dolci); ma penso che se il cliente spiega che desidera una porzione sola con 2 assaggi non ci dovrebbero essere problema.

La carta sopra riportata elenca quindi una ottantina di classicissime proposte. Un numero tale che normalmente prelude a locali “da battaglia”; ma non è assolutamente questo il caso del Flipper. La proprietà ha pimpante amor proprio e non si risparmia nella cura dei particolari, ad iniziare dalle forniture giornaliere di primordine, poi non lesinando sia sul personale di cucina (diretto dal bravissimo Nicola DaBari !). Così come del resto è nutrito lo staff di sala. Conclusione, le portate sono buone e generose. Risultato: un costante afflusso di clienti fedeli: un successo che autoalimenta il circolo virtuoso di ogni mezzodì e sera, soprattutto con grazie ai passaparola e ai “bouche-oreille” di molti “cugini” francesi. Molti dei quali vengono appositamente dalla Costa Azzurra per godere del moderno “vrai dolce vità” ormai quasi introvabile dalle loro parti, anche nel rapporto qualità/prezzo). Quando poi questi ultimi aprono la CARTA DEI VINI e si imbattono in una decina di pagine di loro vini francesi, tra i quali un Bourgogne Louis Jadot a 30 euro o uno Chablis di Albert Pic a 33 euro, fanno gli occhi grossi per la piacevole sorpresa. Oltretutto la carta è ben classificata, di lettura facile e elenca proposte per ogni esigenza e portafoglio: dalle molte etichette sotto ai 30 euro (es: un Ormeasco di Pornassio di Guglierame del 2017 a 20 euro, oppure un Conte della Vipera 2018 del Castello della Sala a 26 euro), sino alla vetta dei 650 euro per una Jeroboam Marchesi Frescobaldi Luce della Vite del 2017.   

Concludendo: un locale per chi ama coniugare il verbo “mangiare” con piatti classici e generosi, in una atmosfera rilassata ed elegante ma non “ingessata”, dove eterogenei clienti possono essere certi di trovare una buona cucina e deliziosa accoglienza la quale, oltretutto, al momento del conto non gelerà il vostro sorriso, se apprezzerete l’insieme che lo rende equo. Bravi !

Luigino Filippi (www.buongiornogourmet.it)  

La recensione. Ad Albenga ristorante Pernambucco

Albenga – PERNAMBUCCO – Viale Italia 35 – Tel. 0182 53458

www.ilpernambucco.it

E’ in pieno centro, eppure ha un parcheggio privato per una dozzina di auto, oltre la cui siepe un perfetto prato all’inglese di circa 500 mq fa da sfondo ai tendaggi bianchi che svolazzano delimitando lo spazioso dehor con una decina di tavoli rotondi, riparati: una meraviglia, soprattutto per questi tempi…

L’ambiente, sia all’interno che all’esterno, non manca di un fascino antico ma non fuori moda (la ristrutturazione è recente e di mano felice), faretti a soffitto,  tovaglie di Fiandra, orchidea ad ogni tavolo, poltroncine comode, stoviglierie e  mise en place di tono. E’ elegante anche la clientela tra i quali molte famiglie del posto che qui fedelmente festeggiano le loro ricorrenze. 

La casa ha appena compiuto 50 anni di gestione ininterrotta,  alla quale da qualche anno stanno dando rinforzo i giovani di casa, una seconda generazione che rispetta la tradizione di una cucina sincera, ben eseguita, senza “giocoforzare” con cambiamenti dei quali vivaddio non c’è necessità, visto che i risultati sono consolidati nella loro perfezione. In cucina c’è la professionalità della costanza e della precisione nel ripetere fedelmente e pervicacemente ogni ricetta. Speriamo non cambino mai.

Dei cinque ANTIPASTI cito le Cozze ripiene (18 euro) ma anche la semplice ma non banale Insalata di gamberi con verdure di stagione in olio EVO di loro produzione (25 euro). Tra icinque PRIMI PIATTI cito le  Trenette al pesto con basilico di Albenga (€ 10) – I Tagliolini di borragine con polpa di ricci di mare (in stagione) e pomodoro Pachino (€ 30). Tra i sette SECONDI cito il pescato del giorno, intero, veramente nostrano, cotto al cartoccio o al forno con verdure, olive Taggiasche e aromi mediterranei (€ 30) oppure, come piatto unico, la generosa e magnifica Padella di scampi e gamberi con spaghettoni alla “Ratenni” , al dente, con leggero peperoncino (€ 50): un piatto del quale si conserva per lungo tempo il ricordo. La cinquina di DESSERT è composta da dolci a cucchiaio, ma vi trovate anche la loro crostata… inenarrabile. 

Il MENU DEGUSTAZIONE a 40 euro comprende due antipasti, un primo, un secondo, un dolce, come proporrà la casa, che però tiene conto dei gusti e preferenze del cliente e si adegua volentieri. C’è poi una proposta particolare, legata al fatto che il ristorante aderisce, da sempre (ed unico nel Ponente Ligure) alla Associazione dei Ristoranti del Buon Ricordo, con il corrispondente MENU DEL BUON RICORDO a 50 euro, che alla data del mio passaggio comprendeva: 1) Insalata di gamberi con verdure di stagione – 2) Ravioli di pesce con cozze e vongole – 3) Cozze ripiene alla ligure (rispettosa di una antica ricetta ligure) – 4) Cremino al caffè.

L’accoglienza ed il servizio fanno si che la sosta sia gradevole, che la cena scorra via al giusto ritmo,in linea con le regole della cucina espresso, con personale ben rodato che previene i desiderata del cliente per quanto riguarda la costante presenza e attenzione alla sala, i pani e le focacce tiepidi, il rabbocco ai bicchieri, etc…

A proposito di vini, la carta è tradizionalmente ricca di scelte e ben assortita, ma la vera sorpresa sono i loro vini, che negli ultimi anni non finiscono di stupire. La vigna è seguita direttamente dal figlio e dalla nuora che producono e imbottigliano sia vitigni liguri che altri vitigni di altri territori, con risultati sorprendenti, qualcuno decisamente di timbro tipico francesizzante.

Concludendo: un indirizzo sicuro, dove fare “il tagliando” ogni volta che vogliamo “resettarci” rispetto ai disorientamenti eterogenei  provocati da  fantasioserie modaiole di poco costrutto di altri ristoranti sempre più omologati uno all’altro e accomunati da risparmi nelle quantità e nei lavori di preparazione in cucina. Qui, se la concretezza ha la prevalenza sulle apparenze, la felicità è assicurata e propizia dei ritorni frequenti …

La recensione. A Sanremo Ittiturismo MOTOBARCA PATRIZIA

Sanremo – ITTITURISMO MOTOBARCA PATRIZIA –

Corso Trento e Trieste 21 – Tel. 0184 189 1905 –

A Sanremo ci sono tre passeggiate a mare; su quella di spalla alla spiaggia dell’Arenella, dove un tempo c’era il famoso Giannino, i proprietari del peschereccio Motobarca Patrizia hanno deciso fare ristorazione in formula “ittiturismo”. La città ha risposto prontamente e in massa, anche grazie alla certezza di trovare davvero il pescato del pescatore: ineccepibile, ben cucinato, servito con generosità e, perché no, anche a prezzi ragionevoli, in un ambiente signorile, dalle mise en place pregiate e immacolate.   

Mentre sarete rei dello sbocconcellate di un ottimo pane a fette e di morbida focaccia, vi offriranno come apetizer semplice e invitante delle “crocchette” e delle “panissette”, servite  con una deliziosa mousse di delicato formaggio a temperatura naturale e potrete consultare comodamente la carta. Essa si apre con un invito ad assaggiare le “CRUDITA’ così come ce le dona il mare”, ovvero dei Gamberi Rossi di Sanremo a € 20 oppure il “Crudino” della nostra barca” a € 28. Dopodiché seguono quattro ANTIPASTI (€ 12-14) tra i quali: il “Branda” con purea di carota, salsa al prezzemolo e polvere di limone bruciato; oppure il “cicchetto” fritto di acciughe e totanetti in salsa agrodolce. I PRIMI PIATTI sono quattro (€ 15-18), tra i quali i tagliolini al Gambero Rosso di Sanremo: è un piatto che altrove viene presentato con i crostacei che “sovrastano“ la pasta mentre qui all’arrivo del piatto vedrete soltanto un gambero; ma gli altri 6 li scoprirete interi e privati del loro carapace nel condimento sotto i generosi tagliolini; pare una cosa da nulla ma rivela invece la convinzione di fondo della casa: servire concretezza e render la vita facile senza “far cinema” inutile. Il cuoco non punta su sapori e colori caleidoscopici, ma con la sua cucina semplice ma non banale ha più di una freccia al suo arco, se vi piace il profumato pescato della tradizione. Tra i quattro SECONDI PIATTI (€ 19-25) una ottima cosa è il preventivo passaggio ai tavoli del pescato, intero vivaddio, che potete scegliere a ragion veduta, magari da cucinarsi in salsa salmoriglio e verdure di stagione, oppure semplicemente al forno alla Ligure con adeguati delicati contorni. Infine sono quattro anche i DOLCI, dei quali cito la semplice ma non banale Mousse al cioccolato all’olio, con bisquit di mandorla, crumble al cacao salato e frutto della passione.  

La carta vini ha decine di referenze ben scelte che hanno prezzi normali.

Il servizio è puntuale e preciso, con convenevoli e sorrisi ridotti al minimo, ma è la casa che tiene al vostro di sorriso, che solitamente si apre soddisfatto all’arrivo del conto rassicurante: è il miglior ricordo finale che invita a tornare. Alla data del mio passaggio, con coprifuoco alle 22, non ho trovato i loro due consueti Menu Degustazione da 40 e 60 euro per 4 o 6 portate ma è possibile richiederli e vi accontenteranno.

Una stonatura? La musica, un po’ più alta rispetto a quello che dovrebbe limitarsi ad essere un sottofondo, con Matoma ed Emma Steimbeck con pezzi cantati ritmici e monocordi, durata l’intero pasto, non è il massimo per cenare in tranquillità, ma è una piccola venialità e volendo possono rimediare facilmente, ma si sa che la musica è di apprezzamento molto soggettivo.… . Ce ne fossero ristoranti come questo, bravi!