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La recensione. A Imperia Ristorante CHEZ BRACCIOFORTE

Imperia Oneglia – CHEZ BRACCIOFORTE – Calata G.B. Cuneo 33

Tel. 0183 294752 – www.chezbraccioforte.com

L’antica Osteria della Marina datata 1892 ha compiuto 129 anni e le generazioni si sono succedute una dopo l’altra fedeli alle consegne della tradizione. La sua targa originale vi appare appena messo piede da uno dei due ingressi, quello da Via de Geneys; è il giusto omaggio a chi, con tenacia e passione, ha sempre conservato e tenuto alto il vessillo di questa “istituzione”, con rispetto, amore ed trasmettendo questi sentimenti generazione dopo generazione. E in effetti, quell’agile “furetto” che è “patron papà Braccio” conferisce all’esercizio agile vitalità al di fuori del tempo e la sua presenza spazia sia in cucina (dove sovraintende ai fornelli e, scommetterei che ogni tanto dia si presti a qualche tocco finale), sia in sala, dove peraltro il giovane suo figlio Riccardo, insieme al cameriere storico Sokol, sono puntuali e precisi nel servizio.

Oltre al dehors verso la banchina soleggiatissima con antistanti megayacht a cinque piani, 

il ristorante offre due moderne sale con atmosfere soft, non datate ed anzi dotate di classe, eleganza e confort, mise en place curatissime, sedie comode, tavoli distanziati, una rosa ad ogni tavolo, tenue musica di qualità in vago sottofondo. In tavola non manca la bottiglia numerata di olio EVO DOP Riviera Ligure (preferite l’ Ars Olea della Azienda Roberto Rossi) ed un cestinetto con due tipi di pani e grissini. La clientela è calma, spesso è costituita da affezionati “fedeli” alla casa, ma anche da occasionali ben informati che sanno dove metter piede fermo per passare dei bei momento a tavola… 

La cucina è gratificata dal fatto che le pescherie sono a pochi metri e che “Braccio” ha enorme competenza per partecipare alle aste del pesce, tra le più qualificate del territorio, per le quali peregrinano qui persino dei reputati ristoratori costazzurrini.

La carta cambia seguendo le stagioni, ma senza eclatanti novità  da un anno all’altro. Gli ANTIPASTI (€ 8-20) sono cinque e tra questi il generoso piatto di Crostacei al vapore con verdure di stagione, oppure le Suggestioni di mare in due portate. Seguono cinque PRIMI PIATTI (€ 18-20) tra i quali gli Gnocchi di patate padellati con cozze e vongole veraci al profumo di pesto leggero, oppure lo storico Risotto de l’Antica Osteria della Marina. La conoscenza dei genuini prodotti locali, di pesce, carne e prodotti dell’orto, compreso l’EVO qui battezzato “Oro Taggiasco”,  fanno si che ogni portata sia preparata rispettando la materia prima e attenendosi a regole classiche di preparazione, pur aprendo a rivisitazioni, ma prudenti e con mano leggera. Per cui nei SECONDI (€ 25-40) trionfano sette piatti di mare (ma anche due a base di carne pregiata alla griglia o in padella). Cito il Pescato in diverse ricette: gratinato al forno in crosta di patate croccanti, in guazzetto al pomodoro Taggiasche e basilico, al forno alla Rivierasca, al sale, senza dimenticare le grigliate miste o di crostacei: un inno al pescato locale! La lista dei sette DOLCI (€ 8) offre tra l’altro il Semifreddo agli Amaretti di Sassello oppure la Ghiacciata allo zabaglione su coulis di frutti di bosco.

La CARTA VINI non è esagerata, ma assolve degnamente il suo compito. Se vi piacciono i vini fruttati, potete provare il CONTE DELLA VIPERA, delizioso IGT Chardonnay di Antinori Castello della Sala, a 35 euro.

Ricapitolando: c’è un ambiente di classe, una cucina affidabile e invitante, un servizio come si deve… Cosa aspettate a fiondarvi qui ? E, se non ci siete mai stati, potete persino provarlo semplicemente approfittando dell’incoraggiante MENU DEL GIORNO Essenze di Mare, esposto fuori del locale, costituito da due delicatezze del pescatore, un primo piatto, sorbetto, caffè e calice di vino, a 40 EURO:Un conto da dozzinali “pizzoranti” anonimi, in uno dei locali più chic e confortevoli della Riviera intera! Tutti tornano, bravo Braccio!

Santo Stefano al Mare: ha aperto “LA RISERVA”, con una nuova gestione. Le prime impressioni

LA RISERVA – Santo Stefano al Mare – Via Roma – 0184 637227

l ristorante è finalmente aperto, con una nuova gestione. Le tre salette sono state rimesse a nuovo. Stanno muovendo i primi passi, mancano ancora alcuni dettagli e messe a punto (come l’elenco dettagliato della cinquantina di vini). Ma dopo una decina di mesi  di attesa, per cause “burosauriche”, hanno deciso di aprire il prima possibile, anche se in sordina.  

Le porzioni generosissime mi hanno impedito di assaggiare tutti i piatti necessari per una recensione completa, ma i quattro piatti classici testati erano OK e, da un breve colloquio, posso dire che il cuoco è di esperienza ed ha capacità ed entusiasmo necessari. Pare riaccenderà anche l’antica griglia/braciere anche per carni pregiate. I prezzi praticati sono moderati.

Ne riparleremo. Nel frattempo faccio loro un grande “IN BOCCA AL LUPO”, mentre l’intera comunità golosa di Santo Stefano al Mare dintorni sarà ben contenta nel vedere finalmente riaperta una maison di fama che per decenni è stata un punto di riferimento della ristorazione di tono dell’intero ponente ligure.

La recensione: a Sanremo il ristorante Paolo e Barbara

Sanremo – PAOLO E BARBARA – Via Roma 47 – Tel. 0184 531653

Aiuto, eppure era qui… Come se non bastasse aver piazzato la gremita fermata dell’autobus proprio davanti al ristorante, da qualche giorno, surprise, c’è anche un contorno di “inenarrabili” mirabilie: dei ponteggi edili che potrebbero anche durare qualche stagione… . Ma la delizia ferragna che contorna porta e finestre di tutto il locale, davanti all’ ingresso è posta a ben 198 centimetri di altezza, per cui i clienti possono entrare senza doversi inchinare… Che emozione!  

Ovviamente, varcata la soglia nulla è cambiato rispetto al confort di sempre: ambiente calmo, mise en place curatissime con tovaglie di Fiandra crème operate, poltroncine comode con braccioli, porta borsetta per le signore, luci soft, musica di qualità in vago sottofondo: un piccolo paradiso raccolto, per un massimo di 24 coperti, compreso il soppalco “privé”, con tavolo da otto, ideale per famiglie o pranzi d’affari.

Pani grissini e focacce sono fatti in casa con lievito naturale e farine bio, come bio sono molte loro materie prime, per non parlare dell’olio EVO e delle uova dalle loro aziende agricole di Castelvittorio e Porrine di Ospedaletti.

La carta si apre con una ventina di aperitivi, dai 8 ai 18 euro e prosegue con una ventina di descrizioni dettagliate ed invitanti, più i formaggi e gli inenarrabili dessert di Barbara. Ma da un po’ di tempo va per la maggiore il loro fiore all’occhiello, il  MENU ORTO E MARE, dichiarato composto“dall’unione dei prodotti provenienti dal Mar Mediterraneo e dalla nostra campagna”: 1)Insalatina dell’orto, salmone selvaggio Sockeye affumicato e mele cotogne – 2)Pesce crudo in stile mediterraneo, selezione in tre assaggi – 3)Crema di zucca Hokkaido allo zenzero, gamberetti di Sanremo e funghi del sottobosco autunnale – 4)Polpo di scogliera glassato e fagioli d Castelvittorio fondenti – 5)Palamita in tataki e chutney di susine selvatiche (un piatto eseguito dal 1996) – 6) Merluzzo salato in olio di cottura alla “baucogna” con noci e funghi – 7)Manzo delle Alpi Marittime scottato al timo e origano, patata con toma d’alpeggio, salsa Voronoff – 8)Melograno – 9)Pera William e pistacchio. Nove portate a 98 euro, che diventano 78 euro escludendo il piatto di merluzzo e quello di manzo. C’è anche la possibilità di abbinamento con 3 diversi vini naturali della loro azienda agricola con una maggiorazione di 40 euro. Il menu viene servito unicamente per tutti i commensali dello stesso tavolo.

Il SERVIZIO effettuato con cloche argentate è elegante professionale curato e puntuale; Barbara autolimita la sua estrosa comunicativa e sfodera una certa bonomia che favorisce la convivialità rilassata che evita il gelo del personale paludato/impettito che talvolta, anzi spesso, si percepisce nei ristoranti stellati.  Oltretutto, con molto spirito del dovere, anche ora che pare acquietato il ciclone Covid, continuano a “delivrare” a casa dei clienti del largo circondario di 25 chilometri.

La CARTA VINI, con diverse etichette entro i 30 euro, svolge  utilmente il suo compito, anche con proposte di stranieri blasonati.

Se all’uscita vi verrà naturale un inchino, che non sarà per  meraviglia dei ponteggi altezza 198 descritti all’inizio, ma per riconoscere quanto merita questo locale, vero vessillo della ristorazione ligure, riconosciuto come tale da decenni da tutte le Guide Nazionali.

La recensione: a Dolcedo (IM) il ristorante CASA DELLA ROCCA

Dolcedo IM – CASA DELLA ROCCA – Via Ripalta 3 – Tel. 0183 682648

Dall’ uscita autostradale di Imperia Ovest, si svolta a monte verso Dolcedo e, “ordinando” a Google sul vostro cellulare “portami a ristorante Casa della Rocca a Dolcedo” i ghirigori dell’itinerario (poco segnalato) diventeranno facili. Pochi chilometri e, attraversato il ponte sul torrente Prino e lasciate alle spalle le ultime quattro case, “flippatevi” subito nel grande parcheggio posto ai margini del borgo, ben segnalato e luminoso. E’ a circa 200 metri dal ristorante e vi eviterà di “incartarvi” in un viottolo da manovre di retromarcia adatte a provetti …garagisti. 

Il locale è ricavato da un antico frantoio dismesso da anni, con tratti di roccia a vista vetrinati e illuminati, perfettamente pulito e adattato alla nuova destinazione di ristorante, dove sono ancora presenti i resti dei torchi in legno per la spremitura dell’olio ed altri numerosi attrezzami che basterebbero per costituire un piccolo museo a tema… Le mise en place sono curate e con tovaglie, i tavoli ben distanziati, pane, focaccia e grissini, artigianali, sono di qualità.

Due cuochi, Samuele Maio e Fabio Maiano, già officianti ai Cacciatori di Imperia, danno il meglio di loro in questo locale che non pecca di pretenziosità ma che, stante la qualità della cucina, potrebbe anche tirarsela, essendo uno dei migliori locali nella sua categoria nel ponente ligure. Insieme alla lista cibi, su carta vivaddio, viene portato ad ogni tavolo un cavalletto con lavagnetta titolata “FUORI MENU”, nella quale è elencata solitamente una cinquina di proposte del giorno. Per quanto riguarda la carta cibi vera e propria, essa inizia con la proposta di un MENU DEGUSTAZIONE di quattro portate scelte dalla cucina, destinato a tutti i commensali, a 38 EURO caffè compreso. Segue il titolo “CHI BEN COMINCIA” che, la sera del mio passaggio, offriva una focaccina di segale, acciughe del Mar Cantabrico, burro della Normandia e peperone arrosto a 15 euro. Nel seguito la presentazione è classica e, ferme talune proposte, i piatti cambiano spesso.

Cinque gli ANTIPASTI (€ 12-16), tra i quali cito i Moscardini in zimino con patate di Ormea, bietole e fagioli, nonché la Zucca Mantovana affumicata al barbecue, crema di sedano rapa arrosto, gel di aceto di mele, chips di Parmigiano Reggiano.

Sono quattro i PRIMI PIATTI (€ 14), tra i quali i Pacote monograno Felicetti crema di broccoletti, salsiccia di Bra, pestato di pane casereccio ai pomodori secchi, oppure, in autunno, i Tagliolini 40 tuorli con burro e Tartufo Bianco d’Alba (€ 40). E’ possibile che post fine fiere tartufo piemontesi (Alba in primis), ovvero post 15 dicembre, i prezzi dei tartufi possano ribassare.

Venendo ai SECONDI (€ 15-16), vogliamo parlare di una proposta “gigavalida” sempre presente? La Bouillabaisse, con gambero d’Oneglia, pescato fresco locale, molluschi, senza quelle coperture di anestetizzanti olii peperoncinati.  Un piatto da non perdere assolutamente che, giustamente, è uno dei “vessilli” del locale. Sempreché non si preferisca rimanere sul terragno, con il Ganassino di vitellone, topinambour, crostone di polenta e salsa verde o, addirittura scegliere delle Lumache alla ligure.

Al DESSERT i dolci sono cinque (€ 7)) tra i quali la Torta alle castagne, cremoso alla zucca, cioccolato bianco, zucca candita e gelato yogurth; ma  c’è la possibilità di scegliere anche un assortimento di cinque FORMAGGI del territorio, esposti coperti sul carrello là all’ingresso; per i dessert sono disponibili interessanti abbinamenti di vini dolci serviti a calice.

In sala Valeria Lorando, aperta e calorosa, effettua e coordina un servizio che non dorme ed anzi è puntuale e preciso. Sorridente e versatile sa anche consigliare con competenza circa la scelta sulla lista dei vini (anche questa su carta) che offre un centinaio di etichette a prezzi“regolari” ed anche a calice. Fidatevi ed apritevi ai suoi consigli; quando avrà inteso le vostre preferenze, vi suggerirà cautamente più di un abbinamento e, se accetterete quello più ardito, potreste scoprire qualche nuovo abbinamento insolito.

Concludendo, una sosta che segna un punto in più per il “riscatto” dei cosiddetti ristoranti “di paese” e che offre il piacere della scoperta inattesa. Ma, poiché ormai sono numerosi gli “abitué”, compresi i molti “fedeli” stranieri (sono il 10% dei residenti), è prudente prenotare sempre, anche nei giorni feriali, perché qui tutti tornano a scialarsi con una bella botta di vita, oltretutto senza farvi fare gli occhi grossi al momento del conto: a prezzi da angeli.

Luigino Filippi – www.buongiornogourmet.it

La recensione: a Sanremo ristorante TORTUGA

Sanremo – TORTUGA – Via Nino Bixio 93 A – Tel.  0184 484 307

Siamo nella zona della movida sanremasca, ma qui tutto è di sorprendente piacevole calma: si direbbe che basti questa decina di scalini per isolarci il tempo di una cena dall’ambaradan vitaiolo… . Oltre al dehor aperto e spazioso adatto anche … all’abbronzatura nei mezzodì di sole, il locale è di una certa romanticheria e piacevolezza. Non manca un fiore ai tavoli ben distanziati con sedute comode tra arredi pratici ma di buon gusto d’insieme. Piacevolissimi i quadri storici con caricature di Carletto, antico e rimpianto ristoratore sanremasco, del quale questa famiglia raccolse a suo tempo il testimone. La musica di sottofondo è solitamente di qualità ed hanno la sensibilità e l’accortezza di scegliere accuratamente compilation mirate adatte alla tipologia di avventori presenti quel giorno in sala, mantenendo ovviamente il volume a livello che non disturbi la conversazione.

In tavola il loro olio Extravergine d’Oliva, sicuramente BIO dei loro uliveti “estremi” di Baiardo (l’altitudine di 900 metri s.l.m. li risparmia da necessità di insetticidi): potrete poi acquistarlo e asportarlo, a soli 13 euro a bottiglia.   

I proprietari, un tempo all’ Armonia di Baiardo, sono dei ristoratori di antico stampo ma che hanno smentito le voci di “radio-lengasse-marse” che li dava sulla via del tramonto. Da qualche tempo infatti hanno preso un bel “revamping silenzioso ma ganzante”: ai fornelli Donna TERESA OLIVA è affiancata stabilmente dal figlio ALBERTO, quasi trentenne direi, appassionato di cucina; in sala Patron MARIO RUBINO tiene perfettamente il passo con rinnovata lena, anche grazie alla dinamica e simpatica ANNALISA, una vera “stelassa” garbatissima ormai quasi di famiglia! La squadra è aperta ed accorta e merita la fiducia dovuta ad uno staff che “c’è e fa” pur quasi senza farsi notare.

La CARTA CIBI, in italiano, francese, inglese, tedesco, russo, precisa che pane coperto e servizio sono compresi. Dopodiché prosegue con sei ANTIPASTI (€ 13-16), tra i quali le Alici fritte impanate su insalatina dell’orto, oppure i vegetarianissimi e imperdibili Barbagiuai di erbette tipici di Baiardo e della civiltà contadina del Ponente Ligure: un vero trionfo di semplicità e di perfetta preparazione anche nelle sfumature. 

Sei i PRIMI PIATTI (€ 12-18), tra i quali i tradizionalissimi s-ciancui alla sanremasca con verdure e pomodoro fresco, oppure le Linguine ai frutti di mare o ancora le Pennette alla nota salsiccia di Ceriana.

Sei anche i SECONDI PIATTI (€ 16-20), tra i quali  il Fritto di calamari gamberi e alici; oppure l’orata scottata con verdure di stagione, oppure ancora il Pescato del giorno al forno con patate.

Dei quattro DESSERT (€ 5-6) cito il Semifreddo al caffè,cannella, torrone e Grand Marnier, sempre che non si voglia gustare un piatto prettamente più casereccio di Torta del giorno.

La CARTA DEI VINI elenca una settantina di etichette dai 13 ai 45 euro, ben scelte. Non sono presenti vini stranieri. Tra i Rossi cito un Chianti San Lorenzo a 15 euro, sbarazzino ma pimpante, corposo e “potente”; tra i bianchi il Sauvignon 2018 di Jermann a 30 euro, da bersi non troppo freddo per percepirne tutti gli aromi, accompagna splendidamente i piatti di pesce e vegetariani.

Dal punto di vista PREZZI il praticato è ancora quello antipandemia; di converso è aumentato il … numero dei clienti, soprattutto di quelli che, rifuggendo di arrovogliarsi con rischiose stravaganze modaiole di senza tovaglia, per apericene, aperipranzo, aperimerenda, insalaterie, cozzerie, polpetterie… oppure da deludenti cali di confort post pandemia, bramano la “sacra” cucina tradizionale sicura, realizzata con materia prima ineccepibile, in quantità serie a prezzi ragionevoli. Concludendo: un locale poco tripadvisorizzato, che non è un indirizzo di fatua tendenza, né un ristorante da battaglia, semplicemente è una tavola da amici. Dove non si ritrovano canuti babbascioni, ma bensì pimpanti “insiemi” di tre generazioni accomunati dal desiderio di “andare a mangiar bene” ad una tavola generosa e “di prima coi baffi”, spendendo alla carta da un minimo di 46 a un massimo di 60 euro per un pasto di tre portate e dessert. Bravi!

www.buongiornogourmet.it