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La recensione: a Grimaldi il ristorante BALZI ROSSI

Ventimiglia – Grimaldi – BALZI ROSSI – Via Balzi Rossi 2 – Tel. 018438132

Rispetto alla frontiera distante circa 200 metri, questo primo (o ultimo) ristorante d’Italia, costituisce da ben 40 anni una eccellente sosta al TOP della ristorazione italiana. Ebbene dal 5 marzo 2022 il locale ha riaperto senza clamori, né inaugurazioni, né annunci d’uso verso la stampa e i media e le sue luci illuminano nuovamente l’oscurità della notte a bordo mare. In effetti il sito è a “metri zero” dall’acqua e la gettata della sua terrazza strapiomba di una dozzina di metri le onde sottostanti. Da essa si percepisce il gorgoglio, a tratti sordo e affannoso, delle onde nelle caverne della scogliera (attenzione che non vi cada nulla nell’acqua profonda). La vista è verso le luci della sfavillante baia francese di Menton, che ora si vede anche dall’interno del locale grazie ad un sapiente rialzo della pavimentazione. Le romanticherie predescritte, sono “contrappesate” all’interno del locale da murature “minimaliste” con pareti dal candore indisturbato, quadri altrettanto razionali (direi di design) color antracite atti a interrompere la bianchezza tra una finestra e l’altra. L’illuminazione è generata da grandi cerchi a soffitto (dimensione “hula-hoop”) percepibili dai lati della sala come sottili mezzelune, mentre sui tavoli sono posti moderni mini-abat-jour bianchi. Le mise en place sono di tovagliato pregiato ed immacolato e c’è anche una calla, anch’essa bianca ovviamente (che viene tolta ante inizio del servizio ad ogni tavolo, per far spazio ai numerosi apetizer iniziali.). Esiste anche un severissimo ed importante salone in mattoni antichi al piano sottostante a livello onde marine, ma disponibile soltanto per eventi esclusivi. 

Che piacere aver ritrovato in questa “bomboniera” il bravo ENRICO MARMO e conosciuto in sala, GIULIANO REVELLO,  direttore di impareggiabile discrezione e sommelier scafato, nonché la onnipresente e carina ELEONORA REVELLO, (non parenti tra loro), che assicurano una ACCOGLIENZA e un SERVIZIO in scuro perfetto per tempi, modi e sorrisi “non affatto sindacali” ma franchi e gentili. Addetti che si guardano bene dall’esibirsi nelle “recite dei bravi” d’uso nei ristoranti “branché” e di moderna “performanza”. Qui è ora il cliente il personaggio della sala e la cucina servita con garbo il suo entourage.       

La cucina è qualificatissima e lo chef, pur avendo più di una freccia al suo arco in fatto di tecnica tradizione e fantasia, ha voluto evidentemente “rispettare” la tradizione dei “PIATTI ICONICI” della storica e brillante Giuseppina Beglia, ovvero la “Fantasia di pesce crudo e crostacei” (45 euro), i “Ravioli della Pina” (30 euro) e la “Retata di mare” (40 euro).

Ciò premesso, vengono poi offerti tre menu. Il “MENU  LIGURIA territorio/tradizione/vegetale” di 5 portate a 85 euro; il “MENU RIVIERA mare/mediterraneo/vegetale” di 6 portate a 85 euro; il “MENU MOMENTO” a 100 euro (che diventano 170 con abbinamento vini) descritto dalla casa come segue: “Un menu esperienziale, concepito a misura per il cliente, secondo la creatività dello chef, tratto da piatti unici, pensati e creati sul momento, utilizzando vegetali e materie prime del mare. Un menu che unisce cucina sperimentale a sapori decisi e raffinati per una esperienza esclusiva e piacevolmente imprevedibile in cui nulla è prestabilito”. Ciononostante non attendetevi una “cucina spettacolo “fantaizer borderline” perché lo chef mantiene il lume della ragione e della concretezza. Tutti i piatti elencati nei menu, possono essere ordinati anche singolarmente, con prezzi specificati dai 22 euro ai 35 euro ciascuno, così come anche i dessert a 15 euro, due soli e non il solito inflazionato elenco di banalità delle diffuse carte dessert.

Per quanto riguarda la LISTA VINI, essa comprende una trentina di Champagne, una ventina di Spumanti, un centinaio di bianchi, un centinaio di rossi, più vini da dessert e grandi formati; compresa una nutrita scorta di vini stranieri da tutto il mondo. Il prezzo più basso è di 15 euro e 50 vini “stanno” entro i 30 euro. In questo luogo dove converge molta clientela internazionale, non vi meravigli trovare in carta anche la dicitura “Wine Pairing”: si tratta soltanto dell’abbinamento vini a bicchiere: tre calici per 45 euro o quattro calici per 55 euro. 

CONCLUDENDO: Un locale elegante e di classe, con una cucina sana, buona, trasparente, con linearità di esecuzione “pulita” e con qualche lecita astuzia che rende non banali dei piatti che parrebbero semplici. Anche i tempi del servizio sono giusti e, quanto al conto finale, la casa certo pare più orientata verso un bel mondo dotato di mezzi, ma il conto non gelerà il vostro sorriso se considererete la qualità d’insieme dalla sosta, la esclusività del luogo, la calma, il sottofondo dello sciabordio marino, la luna all’orizzonte… Ovviamente Cupido scoccherà, nascosto chissà dove, appena vi affaccerete qui ma, questa volta, a favore del ristorante!

La recensione: a Dolceacqua il ristorante VIASSA

A VIASSA – Via Liberazione 13 – Tel. 0184 2066 665 – www.ristoranteaviassa.it

E’ in pieno centro e richiede un po’ di fortuna per il parcheggio, per il quale, vigendo nei pressi dei divieti di sosta e fermata, spesso occorre recarsi al di là del fiume, a circa 400 metri. Però constato sempre qualche sosta un po’ “osé”, probabilmente tollerata se non troppo “intollerabile”.  Ancora una premessa inconsueta: quest’ inverno ho trovato in questo esercizio una vera rarità: la temperatura sui 22 gradi (il massimo consentito dalla legge per i locali pubblici): sembra un banalità ma non lo è. E’ quindi stato un piacere cenare al calduccio senza infreddolimenti neppure nei fine pasto, come succede nella maggior parte dei locali dove accendono grossomodo dalle 19 alle 21.30 infischiandosene se a fine serata le vostre mani e gambe saranno infreddolite e se ne impippano se, uffa, durante il pasto qualcuno si ricopre come all’arrivo. Beh, qui non succede. Finalmente! Che bellezza! 

AMBIENTE: il localino è raccolto, intimo e piacevole, senza ambaradan e clienti vocianti, con luci romantiche nonché fiammelle ad ogni tavolo occupato, tovagliato importante e candido, sono preannunciate a breve alcune innovazioni (nei colori , nelle sedute etc…). Della mise en place fa parte anche una bottiglietta di olio nuovo di Cultivar Taggiasca del frantoio Paolo Cassini di Isolabona  (uno dei più premiati nelle degustazioni).  Altra nota favorevole: la pasta fresca e il pane sono di loro produzione.

In contemporanea all’arrivo della lista, servono un aperitivo di buon Prosecco con generosi cubetti di panissa fritta, il che rende piacevole una lenta consultazione della CARTA CIBI.

Cinque ANTIPASTI (€ 14), tra i quali la “crudité di verdure, gamberi scottati e maionese leggera”, oppure dei “Barbagiuai e composta di cipolle rosse”.

Tre i PRIMI PIATTI (€ 14) tra i quali gli “scialatielli alle acciughe, cime di rapa e briciole di pane tostato”, oppure il generoso “risotto al radicchio e provola affumicata”.

Tre anche i SECONDI (€ 18), tra i quali il “pesce del giorno e verdure saltate” oppure lo “stinco di maialino al Rossese di Dolceacqua e patate al forno”.

Nei DESSERT (€ 7-8) è disponibile una selezione di FORMAGGI locali con miele e confetture, oppure si può scegliere tra sei DOLCI, fra i quali il tipico locale “Gelato di michette e riduzione al Rossese”.

Esiste anche un conveniente MENU DEGUSTAZIONE (€ 35), per tutti i componenti dello stesso  tavolo. Alla carta, compreso il coperto di 2 euro, si spende generalmente intorno ai 50 euro per un pasto completo di tre portate più dessert; oppure sui 35 euro per due portate più dessert, prezzi immutati rispetto all’ultimo mio passaggio di due anni fa, che dimostrano parsimonia riguardo ai loro interessi e commovente riguardo verso una clientela che, fedelissima, torna di frequente, anche dalla vicina Costa Azzurra, anche nei mezzodì feriali (prenotate sempre !!!).

La CARTA VINI è ben “costruita”. In questa valle merita di assaggiare il tipico Rossese di Dolceacqua, qui presente con i suoi migliori produttori, ma non mancano molte altre pregiate etichette italiane assai note. Per gli appassionati di Spumanti italiani, segnalo il Blanc de Blanc COSTARIPA del “progenitore” dei Franciacorta MATTIA VEZZOLA (12.5 vol.), un Brut Metodo Classico fra i migliori d’Italia da sempre, all’ottimo prezzo di 29 euro. 

Un cenno sul SERVIZIO, che “vola basso” e non si da arie, ma coniuga gentilezza ed efficienza grazie ad un patron che ha appreso molto da ottime esperienze professionali ed è all’altezza di qualunque situazione. Nulla gli sfugge, compresi i tempi di attesa che sono normali, il rabbocco di pani e dei bicchieri e quant’altro “cospira” a rendere la sosta comoda e confortevole in un locale che, pur avendo prezzi da trattoria, si fa apprezzare per un insieme da ristorante di una certa classe. Bravi!

La recensione: a Imperia Porto Maurizio il ristorante LUCIO A CASETTA

credito foto: Riviera24.it

LUCIO A CASETTA – Locanda del Mar

Località Borgo Prino – Strada Lamboglia 16 – Tel. 0183 652 523

www.ristorantelucio.it

E’ in una zona calma prospiciente il litorale, contornato da aiuole e palme con adiacente parcheggione e, in estate, non sono da perdere i loro pochi tavoli “scicchissimi” a bordo piscina. All’interno, in due ambienti solari lindi e razionali, ci sarebbe anche la possibilità per qualche dettaglio di romanticheria (minibouquet, candele e luci abbassate nel fine serata) ma qui si bada al sodo, perciò c’è accoglienza amichevole e concreta, mise en place elegantine razionali e immacolate, stoviglierie classiche. Non manca in tavola una bottiglia numerata di buon olio EVO monocultivar Taggiasca della MFR Agricola di Chiusavecchia.

Alla CARTA la scelta offre una cucina deliziosamente semplice e semplicemente deliziosa. Degli ANTIPASTI (€ 10-15) ecco il loro Cappon Magro oppure i Totanetti ripieni grigliati ai profumi dell’orto con olio EVO aromatico, crema di peperoni rossi.  Tra i PRIMI PIATTI (€ 10-16) cito il Ciuppin ponentino, ovvero un tipico passato di pesce con crostini. Per i SECONDI (18-28) questo è l’indirizzo dove gustare il pesce locale “giusto” e cucinato nei modi classici ed anche i veri Gamberoni di Imperia, magari semplicemente alla griglia o al vapore. 

Circa il loro conveniente MENU DEGUSTAZIONE a 38 e 48 EURO (presentato, caso raro, in prima pagina), è precisato che “le portate sono scelte dallo staff di cucina in base ai profumi e sapori del mare e dell’orto del Ponente Ligure”, ma sanno recepire le vostre preferenze e, ragionevolmente, adeguarsi. Peraltro le portate di detto menu al giorno del mio passaggio indicavano: 1) Entrée di benvenuto – 2) Antipasti misti di mare (due oppure quattro portate) – 3) Uno o due primi piatti con la pasta fresca e pescato del giorno – 4) Pescato locale alla ligure con contorno di verdure di stagione – 5) Dolce della casa – 6) Caffè con dolcetti.

La CARTA DEI VINI assolve degnamente al suo compito senza prezzi troppo pesanti. Negli ultimi anni è stata anche potenziata con alcuni Champagne (Philipponnat, Chiquet etc …). La scelta può tranquillamente puntare su classici collaudati e sicuri ma, se voleste anche evitare il rischio di vini reputati, pur essendo degli “stufosi” che dopo due sorsi iniziali restano piatti per il resto del pasto, potreste “sbilanciarvi” verso una chicca giunta fin qui dal lontano Pacifico (Nuova Zelanda): il Sauvignon Blanc Mount Nelson 2020 dalla prudente gradazione di 12.5° e con prezzo imbattibile a 32 euro (solo se amate vini fruttatissimi). Disponibili anche vini a calice (€ 4), preziosi quelli per accompagnare il dessert.

Un cenno sul SERVIZIO. Diversamente da quei ristoranti supponenti che si pavoneggiano con l’aria da “guardate come siamo bravi”, pur lavorando forniture “market-tiane” spacciate per “fresco locale”, qui i patron hanno esperienze generazionali da pescatori, frequentano le pescherie e in sala coniugano trasparenza e spontaneità.

In breve è un ristorante in senso classico e senza fantasioserie, ma anche senza difetti dove potete coniugare al meglio il verbo mangiare con cibi di qualità e in quantità serie, senza svenarvi per la spesa: bravi! 

La recensione: a Sanremo l’ITTITURISMO MOTOBARCA PATRIZIA

Sanremo – ITTITURISMO MOTOBARCA PATRIZIA

Corso Trento e Trieste 21 – Tel 0184 189 1905

www.ittiturismo.net

Una famigliola di pescatori professionisti, un bel giorno di qualche anno fa decise di rilevare un ristorante elegante e di continuarne la buona reputazione dotandolo della materia prima giusta. Facile, essendo proprietari di un peschereccio: la motobarca Patrizia, appunto. E’ stato così che l’intera comunità golosa di Sanremo (e non soltanto), ha continuato a prendere sempre più spesso la strada del lungomare, per accomodarsi in questa bomboniera.

AMBIENTE da ristorante importante all’interno, con qualche tavolo fronte cucina da scegliere se amate vedere uno staff al lavoro per voi in assoluta trasparenza, ma senza alcun rumore grazie alle vetrate insonorizzate. Più moderno e informale ma di design leggero e azzeccatissimo lo spazio esterno (foto), con pareti a tema marino, simpatiche grandi sedie da regista e vista verso gli stabilimenti balneari antistanti.

Mentre sbocconcellerete ottimo pane a fette e morbide focaccine, vi arriveranno anche delle crocchette e delle “panissette”, servite  con una deliziosa mousse di delicato formaggio a temperatura naturale. Il cuoco ENRICO SANTULLO da qualche mese è alla “plancia di comando” dei fornelli del MB Patrizia, presenta la sua carta. Il primo titolo è “LE CRUDITE’, come il mare ci dona”, con due specificazioni:  1)“i Gamberi Rossi di Sanremo” (€ 20) nonché 2)“Il crudino della nostra barca” (€ 28); due proposte veramente invitanti per chi ama il pesce crudo che, provenendo dal loro peschereccio ha una garanzia rara a reperirsi altrove.

Seguono quattro ANTIPASTI (€ 12-14) tra i quali “il nostro branda con purea di carote, salsa al prezzemolo e polvere di limone bruciato”; oppure con una invitante “palamita tataki con cetriolo in osmosi, latte di cetriolo e olio al balsamico”.

Quattro anche i PRIMI PIATTI (€ 15-18) tra i quali le “tagliatelle con sgombro nostrano, crema di cipolla aneto e pistacchio”; oppure i “tagliolini a Gambero Rosso di Sanremo”.

Nei SECONDI (€ 19-25) trionfano la Grigliata Ittica e il Fritto Misto oppure il  classicissimo “Pescato con salsa salmoriglio e verdure di stagione” che, grazie alla freschezza del pescato, “riscuote” (come usa dire ultimamente) entusiasmi e magari anche … qualche mugolio di piacere.

Dei quattro DOLCI (€ 8), cito la Torta alle nocciole, zabaione freddo e nocciole sabbiate, oppure la mousse al cioccolato all’olio, sissignore all’olio, con bisquit di mandorle, crumble al cacao salato e passion fruit.

La Carta Vini permette una buona scelta, le etichette sono di pregio ed i prezzi normali . Notevole l’assortimento di “bollicine italiane e straniere. 

PREZZI: al mio passaggio, ancora in “epoca Covid” calante, non ho trovato i loro due consueti Menu Degustazione da 40 e 60 euro per 4 o 6 portate, ma mi hanno assicurato che, a richiesta, li preparano ancora.

Ancora un cenno sul SERVIZIO: è ben rodato e ben fatto, con la sicurezza di chi ha la certezza di offrire un insieme che merita, a prezzi equi.

Concludendo: a differenza delle troppe cucine di località turistiche che propinano ai “passanti” occasionali, offerte senza personalità, servizio senza capacità e magari anche doppi turni, tavoli in sovrappiù e vini troppo “sovraprezzati”, qui la musica è del tutto diversa: il locale è una delle sistemazioni migliori della città e non soltanto. E per giunta non “se la tirano” quanto potrebbero: il protagonista qui resta davvero il cliente e le sue preferenze.