
Arma di Taggia – MOLO 70 – Via Lungomare 140 – Tel. 320 342 4810
Dopo una lunga chiusura l’ex “3 Alberi” ha finalmente lasciato posto al “MOLO 70”, locale “alla grande” con svariate “sfaccettature”, se così posso esprimermi. Quella di bar/ristoro da passeggiata a mare, di aperitiveria chic e foyer da fine serata per cocktails da meditazione. Ristorante negli orari d’uso quando il locale s’allunga sul pontile propendente maestoso verso il mare, cullato dalle regolari brezze serali che in questa stagione vi strapperanno degli “Auanasdèi” di piacere e ammirazione (se non patite qualche capello fuori posto).
I “magnifici tre” nuovi patron di questa oasi polivalente sono: ARIANNA CAPUZZO, che è la mattatrice del servizio di sala con otto addetti, sorriso smagliante, partecipazione affabilità, intenditrice di vini e consigliera sincera che ci azzecca. ANDREA PREVIDERE, hiperhighlanderman (traduzione: giov, simp, bell,interessnt), “mago” dei 100 e più cocktail sempre alla scoperta di novità, alcune delle quali strabilianti, che mi pare ami ganzare festoso e con classe accompagnando il titillio festoso del ghiaccio nei bicchieri, un tipo music american bar di tendenza. Infine GIUSEPPE LA VECCHIA, vero cuore della cucina, scampato dagli stress televisivi di “Masterchef” che, con i suoi quattro addetti in cucina, offre piatti ben fatti e direi anche che stia “ligurizzandosi” in alcuni particolari di cucina.
Purtroppo in tavola occorre accontentarsi di “tovagliette”, non usa e getta, ovvero minuscoli diaframmi in sintetico accompagnati da posa-posate e un piattino e un cestino con più qualità di buon pane; null’altro ma, provvidenzialmente, ci sono seri tovaglioli in stoffa. Sono ormai il 15% i ristoranti presenti sulle Guide Nazionali nei cento chilometri del ponente ligure ad aver adottato queste mise en place risparmiose (che, stranamente, anche qualche guida apprezza) definendola “moderna e simpatica”. De Gustibus…, rivendicano i noiosoni come me, abituati alle tovaglie candide.
Cinque gli ANTIPASTI (€ 10-18), tra i quali La Caprese Non Caprese, composizione di burrata, gaspacho di pomodoro e fondente al basilico, servita con crostone di pane. Oppure, per i vegetariani, la Millefoglie Vegetariana torretta di verdure a rondelle con cremoso di formaggio e riccioli di melanzana fritta (anche in versione vegana): un piatto gourmet.
Tre i PRIMI PIATTI (€ 14-16) tra i quali gli spaghetti di pasta fresca con vongole, crema di lupini e zeste di limone; oppure i ravioli di pasta fresca con ripieno di patate novelle, serviti con fagiolini croccanti mantecati al pesto di basilico.
Quattro i SECONDI PIATTI (€ 15-20), tra i quali l’involtino di filetto di orata con ripieno ricco (aglio confit, prezzemolo, Parmigiano e tuorlo sodo) su crema di piselli e cipollotti. C’è poi il “Fritto Mistico” (sic !) di calamari e totani fritti con verdure croccanti, che presso i giovani e “diversamentegggggiovani” dovrebbe inscalare, appunto, espressioni mistiche.
Tre i DESSERT (€ 6-7), tra i quali cito la torta ai tre cioccolati, che è anche gluten free.
Parliamo della ricca CARTA DEI VINI: è su tablet e quindi sempre aggiornata. Ma il ditaleggiare un tablet non da il piacere del maneggio, del tenere il segno tra più pagine per consultarsi coi commensali in attesa della decisione comune, talvolta importante accompagnamento per una cena raffinata.
Concludendo: APPLAUSI per la sistemazione d’insieme, l’accoglienza aperta e sincera, il servizio attento e ben fatto, la cucina moderna curata e servita anche in quantità dignitose. Applausi o anche niente applausi, a seconda dei gusti, per i frizzi di musica cantata con colonna sonora costituita, ad esempio, da Groove D Praia & Natalie Renoir nella leggiadra e festosissima “Yes Sir I Can Boogie”, ma bossanovata e tristanzuola – da FireWork by The Cooltrane Quartet – da La stagione dell’amore di Mannoja Italian Dandy by Brunori Sas & Battiato – da I Nostri Corpi by Fulminacci, ed altri brani, sempre cantati, che magari sono per intenditori ma che, a 40 e più decibel (misurati all’interno), impediscono di sentire ciò che tenta di dirvi urlando la vostra commensale. All’esterno sul pontile, invece, il sottofondo non è di musica e vi dovrete “accontentare” degli slash delle onde del mare.
Globalmente: non è un locale per “antichi”, ma un buon ritrovo alla mano, cangiante a seconda degli orari e momenti, un “carpe diem” da cogliere al momento, rilassati e senza formalità, senza troppismi ed esibizionismi. Si sta bene e non “se la tirano”: ad Arma ci voleva, benvenuti!