La recensione. A Sanremo il Ristorante ULISSE

IMG_20191023_214837 - Copia       Sanremo  –  RISTORANTE ULISSE – Via Padre Semeria 620

SANREMO – Fraz. COLDIRODI  – Tel. 0184 670338 – 329 8793315

A due minuti dal casello autostradale di Sanremo Ovest, il sito domina e abbraccia dall’alto la costa sanremese,  brulicante di luci e riflessi marini che nelle serate di luna inducono a soste contemplative, soprattutto dalla terrazza del ristorante. Il parcheggio privato, per una decina di auto, più gli spazi sulla strada pubblica, pochissimo trafficata, consentono di arrivare e ripartire sereni.

La sala ha due ambienti; il primo, il più raccolto ha atmosfera di maggior intimità. I soffitti insonorizzano perfettamente e non si percepisce alcun effetto eco. Predominano i toni sul giallo, nei ricchi tendaggi, nelle tovaglie di Fiandra arabescate e non lucide. Illuminati da lampade in posizioni strategiche, i tavoli sono in gran parte rotondi, hanno una boule con fiammella e un papavero stilizzato. Le mise en place in generale sono elegantine, le sedie ben imbottite e con comodo schienale avvolgente. La musica di sottofondo è a basso volume.

Grissini, panetti caldi, pane a fette, bocconcini di farinata e panissa arrivano prontamente in tavola con l’aperitivo (4 euro) e, mentre sbocconcellate, ecco la carta. Cinque ANTIPASTI (dagli 11 ai 14 euro), tra i quali lo stoccafisso Brandacujun con chips di Speck, oppure le Capesante gratinate di rara freschezza e senza traccia di retrosapori, caso raro. Dei PRIMI PIATTI (12-28 euro) cito dei semplici Ravioli di pesce al pomodoro e pesto (piatto veramente sanremasco), oppure la Zuppa di pesce, oppure ancora i generosi Spaghetti ai crostacei. E’ la cucina di un patron di seconda generazione, non supponente, che non si pavoneggia e non impone titolo nuovi, sue stravaganze o tendenze modaiole. Semplicemente si limita a cucinare classicamente e seriamente dei piatti du cucina locale e non, che collauda da una vita, senza risparmiare sulla materia prima e sulle quantità nel piatto. Così è anche nei SECONDI PIATTI (18-30 euro) come i Gamberoni di Sanremo preparati ai ferri o all’Armoricana (non “Americana”), meglio ancora flambati al Cognac. Ottimi anche i Calamari, semplicemente alla griglia. La cucina tradizionale nella sua più giusta espressione, al momento dei DESSERT (5-7 euro) offre una decina di titoli un po’ sottotono rispetto a quanto li ha preceduti, tra gli altri il semifreddo alla liquirizia, o al Gianduja, o al torroncino, nonché un classico Sformato al cioccolato, comunque tutti con presentazione corretta.

Oltre alla possibilità della carta, il ristorante propone un MENU DI PESCE composto da un assaggio di tre  antipasti, un assaggio di due primi, un secondo a scelta e un dessert anch’esso a scelta, al prezzo di 45 EURO. C’è anche il MENU BAMBINI a 13 euro.

Il SERVIZIO è svolto dalla Patronne, spumeggiante e comunicativa e da personale diligente, che invece è piuttosto silente, ma gentilissimo e capace. La CARTA VINI rivela che il Patron ha competenze eccellenti anche nel mondo di Bacco e forse ha anche l’animo del collezionista. Essa inizia con delle proposte a bicchiere (4 euro) cui fanno seguito un paio di buone etichette a prezzi d’occasione (11 – 19 euro) nonché una dozzina di mezze bottiglie. Dopodiché si apre un elenco di circa 150 etichette, suddivise per regione, seguite da una appendice con vini stranieri. Sono numerosi i prezzi sotto ai 30 euro. Non mancano tre paginate con 50 distillati per un dopo pasto per tutti i gusti.

Concludendo: un ristorante leggiadro con clientela solitamente calma, cucina classica locale ma non solo, ben servita in quantità generose, in una atmosfera piacevolmente d’antan, uscendo dal quale oltretutto nessuno “rumina”sull’addizione finale: ragionevolissima.

luigino.filippi@alice.it