La recensione: a Bordighera : Ristorante La CICALA rinnovato e pimpante.

cBordighera Alta – RISTORANTE LA CICALA

Piazza della Pace – Tel. 0184 262 815

Dal capacissimo parcheggio in piazza, si oltrepassa la porta del Borgo Antico lindo e accogliente e, dopo una cinquantina di metri di vicoletto, ecco il locale che si annuncia da lontano con carta cibi su un leggio davanti all’ingresso. Il loro patio in piazzetta “regge” qualche decina di persone, ma per un tavolo all’interno occorre un po’ di fortuna, perché la capienza è soltanto di una ventina di coperti: prenotate sempre!

Zitti zitti, negli ultimi tempi hanno riabbellito il locale. Dominano i colori chiari, alle pareti non ci sono più le esposizioni dei vari pittori come un tempo, sulle mensole c’è qualche oggetto inerente la ristorazione e bottiglie dalle etichette pregiate (spero vuote), una bilancia Mignonette modello famiglia, qualche “arbanella” della nonna e, a centro sala,  un cesto di limoni ed erbette aromatiche in bella vista: una atmosfera molto ligure, ma datata 2019, senza atmosfere ormai desuete tipo “lalla Marinin”. La musica, in vago sottofondo, è piacevole e ricercata (qualche pezzo merita il clic di Shazam).

Ai tavoli, bouquettini di gesophila, tovagliato in stoffa “sostanzioso”, dotazioni di sale, pepe nero, olio pregiato di Vittorio Cassini di cultivar Taggiasca. Mentre vi servono un piacevole aperitivo ecco i tiepidi pani morbidi, le focacce calde, gli inenarrabili torciglioni cui è difficile resistere.

La carta non ha la consueta suddivisione tra antipasti, primi e secondi ma, per praticità io voglio indicare che come ANTIPASTI potete ordinare le Capesante e scampi (di buona “taglia”) alla griglia con trombette, che, servite in quantità da profluvio, possono però anche essere un secondo piatto: una scelta che terrà su il morale.  Ma anche i semplici (e ormai) ultimi Carciofi locali fritti alla Giudia, lazialissimi, ma prontamente gemellati con la cucina Ponentina grazie al loro accompagnamento di una buona tortina verde (€ 13).

Tra i PRIMI PIATTI gli Scialatielli di grano arso fatti in casa vengono semplicemente offerti con aglio olio e peperoncino ma con riccio “preso da Roberto”: sono una bella rarità, per chi ama i ricci dal sapore ancora afroroso di mare. Voglio però citare anche il più “tranquillo” ma non banale, Raviolo di pesci bianchi (quindi delicatissimo) con ricotta, pepe di Timut al profumo di pompelmo.

Il  servizio è fattivo e diligente, diretto dalla amabilissima patronne CRISTINA VOLCAN, che direi sorrida di carattere, sa come tenere il ritmo ed evitarvi pause eccessive, ruotando il tutto intorno alla CONVIVIALITA’. Per cui, anche cambiando idea, come ho fatto io, non ha tardato a servirmi, tra i SECONDI PIATTI, l’ insalata di verdure e salsa verde,qualche conchiglia e crostacei con le componenti principali di un Cappon Magro, ma senza i vincoli stringenti della ricetta tradizionale, comunque buonissimo (€ 25). Da considerare inoltre, sempre preparata anch’essa con pescato bianco, una offerta rara a reperirsi: la Zuppa come una Bouillabaisse, delicatissima (€ 25). I DESSERT (7 euro) mi son sembrati la parte più “normale” della carta, anche se sono ben sei i dolci, più sette tipi di sorbetti. Cito la Pastiera Napoletana “come una volta” e, in subordine la mousse al cioccolato speziato e biscotto di cacao ed arancio.

La carta vini è un corposo volume con centinaia di offerte per scegliere tra le quali, è richiesto tempo ma non molto danaro, tanto che uno Champagne Veuve Cheurlin (petit récoltant) Carte Noir Brut con base di pinot Nero (quindi con un certo “corpo”) è in carta a … 34 euro: un prezzo che invita ad un consumo a tutto pasto a cuore leggero. Con i dolcetti finali arriva il conto, che per due piatti più un dessert, si aggira sui 40 euro, che può salire sui 60 scegliendo tutti i piatti più costosi.

Luigino.filippi@alice.it –