
Una inchiesta PrevNext di qualche tempo addietro segnala che la esenzione fiscale e contributiva sulle mance, pagate con carta di credito ai camerieri, non è accettata all’unanimità nel settore dell’ospitalità. Il modus operandi: queste mance aggiunte con carta di credito, al momento del pagamento del conto, sono incluse nel fatturato del bar o del ristorante, quindi versate dal datore di lavoro ai dipendenti, previa deduzione dei contributi previdenziali. “Ho sempre fatto così, anche prima dell’entrata in vigore del programma”, dice Raphaël Courant, direttore della Brasserie de la gare di Angers (Maine-et-Loire). “Sta funzionando bene”, continua. E questo è tanto più vero in quanto i clienti pagano sempre meno in contanti: sia con una carta di credito che con una carta di credito. “La tirelire posée à côté de la caisse, c’est de l’humain en plus”
Le banconote e le monete rischiano di scomparire? Non da Julie Androuin. A capo della crêperie La Tablée, ad Angers, dice di essere “contraria alle mance con carta di credito”. Ha anche tenuto un salvadanaio sul suo bancone in cui i clienti sono invitati a infilare il resto “per servizio”. L’importo viene poi condiviso tra i membri del suo team ogni fine settimana: “È meno impersonale che con una carta di credito. Questo è un segno visibile di incoraggiamento per i dipendenti, in particolare per i giovani. È anche un ulteriore contatto con il cliente e, internamente, è un tocco umano in più”.
Laurent Poumeyrau, da parte sua, afferma di essere stato contattato da un’azienda di soluzioni digitali per “un aggiornamento del mio POS o l’aggiunta di un’applicazione”. Il responsabile delle cantine Haussmann di Cestas (Gironda) ha reagito: “Commissionare il buon lavoro del mio personale è ingiusto, persino intollerabile. Poiché le mance sono esentasse …







