La recensione: ristorante U TITTI a Lingueglietta di Cipressa

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Cipressa (Frazione LIngueglietta)

DA U TITTI

Via Dolmetta 2

Tel. 0183 754 510 — 339 887 7614

Dopo aver girellato piacevolmente nel minuscolo borgo, che merita almeno un’oretta per scoprirne qualche vero tesoro, a una ventina di passi dal parcheggio sotto i ruderi del castello, ecco l’invitante terrazza e la sua saletta dai pochi tavoli. In un ambiente decisamente minimalista ma di grande buon gusto e illuminazione ben studiata per creare atmosfera, nonché accorgimenti antirumore. Non manca la tovaglia passante (che all’aperto è invece completa), una bella candela ad ogni tavolo, nonché ogni altro particolare che dà la certezza di un locale condotto con amore.  Riporto il prologo di Riccardo chef/patron di questa bomboniera: “Dopo anni di percorsi, di incontri, di esperienze, sono approdato in questa terra stretta tra monti e mare, ricca di profumi e colori intensi. Dove c’è il contatto quotidiano con il piccolo produttore e il contadino, ho aperto il mio ristorante con Chiara compagna di lavoro e di vita. La nostra è una cucina di territorio, interpretata con creatività, che segue lo scorrere delle stagioni con i suoi profumi e sapori e materie prime. Il pane prodotto ogni giorno con farine bio con lievitazione naturale, l’olio EVO DOP, le paste artigianali fatte in casa, il pesce di questo mare e i dolci che sono la mia passione. Perché mangiare è il piacere e l’emozione che un piatto ci dà quando lo annusiamo, lo assaporiamo e lo viviamo …” Firmato Riccardo. La gente sa che le Guide hanno pregi e difetti, ma è molto controverso che i loro estensori abbiano … un cuore: ebbene confesso che parlando con Riccardo anche un “guidaiolo navigato e severo” può anche commuoversi.

Con le predette impegnative premesse/promesse e la giusta raccomandazione di disattivare la suoneria dei cellulari (finalmente!), ecco l’addetto che accende la vostra candela a lato della boule contenente una corolla fresca,  poi porta pani e grissini caldi, una focaccia inenarrabile, una ciotola di Olio EVO locale e un piccolo apetizer con il quale gustare un aperitivo e scegliere con tranquillità dalla carta. Carta che elenca: sei ANTIPASTI (dai 15 ai 18 euro), dai semplici ma non banali Carciofi in uovo di quaglia liquido, prescinseua, tartufo nero;  oppure l’Insalata croccante di trippa, radicette invernali, arance amare, mandorle affumicate, topinambur.  Seguono cinque PRIMI PIATTI (dai 15 ai 18 euro) tra i quali i Ravioli di oca stufata, mostarda di mele cotogne, brodo ristretto di zucca, zenzero e alloro, oppure gli Spaghetti di Gragnano Pastificio Gentile, cavolfiori, burro, colatura di alici e mele. I SECONDI sono soltanto quattro (da 18 a 25 euro), tra i quali il Rombo, carciofi, Parmigiano e Pata Negra per chi gradisce portate semplici, fino al più impegnativo Capocollo di Mora Romagnola cotto 72 ore, arachidi, salsa mole, chili, scarola ripassata. I DOLCI (da 8 a 10 euro) sono il vero plus di chef Riccardo Farnese che ha scuola ed esperienza da vendere nell’arte della pasticceria, della quale rispetta innanzitutto la regola della milligrammatura con risultati costanti in ogni preparazione.  In questa stagione i Marroni canditi, caffè, cioccolato, zenzero, miele e rosmarino, ma anche i Cachi, Armagnac, cannella, noci di macadamia, cioccolato, sono due delle quattro proposte davvero invitanti.

Per i più pigri e/o disposti a lasciar fare al cuoco esistono DUE MENU: il “MIO… “ di 5 portate a € 40 e “Il MIO 2.0” di 7 portate a € 55, che vengono serviti soltanto per l’intero tavolo.

La Carta dei vini (a partire da 18 euro), sempre in potenziamento, è proporzionata all’insieme e denota molta cura nella scelta di etichette collaudate e conosciute, ma anche di alcune particolari, come ad esempio in fatto di “bollicine”, uno Champagne Pascal Doquet Horizon B.deB. a 48 euro, servito ovviamente “comme il faut”, con secchiello a colonna…   Il servizio è capace, non si fa notare ma c’è, quand’ è il momento giusto e anche questo fa la differenza; in un mondo pieno di gente che apericena, aperipranza e aperimerenda, una sosta calma per principini dai palati fini e curiosi verso una cucina prudentemente innovativa, che però conserva il lume della ragione.  Anche al momento della “resa del conto” finale. Dimenticavo: il 5 febbraio li vedremo gareggiare con altri tre “players”, in TV, ne “I quattro ristoranti”. Scommetto che molte Bucche Sernue li preferiranno al Festival, oppure faranno molto zapping !

Luigino.filippi@alice.it – www.buongiornogourmet.it