La recensione. Ad Albenga il ristorante IL MANGIARINO

cAlbenga – IL MANGIARINO – Via Marietta Lengueglia 49

– Tel. 0182 021 194

Intorno alla città vecchia, all’ora di cena, il parcheggio non manca mai: fermatevi a quello a sud, vista ponte; entrate poi a piedi nel centro storico; cento metri dopo c’è la cattedrale e, girandole intorno, proprio sotto le torri provvidenzialmente illuminate la notte, sarete arrivati. La zona ha un suo fascino tutto particolare e forse proprio per questo è stata scelta dalla inossidabile MIRELLA PORRO, dai trascorsi reputatissimi da queste parti,  con un “intermezzo” fino tre anni fa  come docente alla prestigiosa ALMA di Gualtiero Marchesi, che negli ultimi anni ha sfornato i più bei nomi della ristorazione italiana. Breve divagazione: sapete che Paola Marchesi è pittrice? Le sue opere sono esposte in questo ristorante !

In un insieme colorato e piacevolmente informale, ecco quattro ANTIPASTI (15-16 euro), tra i quali il tataki di tonno, crema di melanzane, cacao, germogli, zenzero. Oppure l’insalata di polpo, con sedano, papaya, pinoli, olive Taggiasche, capperi.

Sei splendidi PRIMI PIATTI (10-15 euro) tra i quali è veramente difficile scegliere… ad iniziare da un leggero minestrone ligure, oppure gli spaghetti di Gragnano, bottarga , melanzane, pomodoro, menta fresca, un piatto nel quale si riconosce l’impronta inimitabile di Mirella, così come negli straccetti di pasta fresca al ragu di mare. Uno stile personale, che si riconosce fra tanti anche in piatti classici, cui comunque la chef riesce a infondere l’impronta, persino nella presentazione classica ed anche invitante.

A seguire quattro SECONDI (16-19 euro) dei quali cito il rombo al forno, carciofi, patate, pomodoro candito, maggiorana; oppure il roast beef, con cipolle caramellate, maionese, senape.

Avete un debole per i DOLCI? Potrete scegliere fra sei proposte (7 euro). Ad esempio un tortino caldo di mele, amaretti, gelato; oppure  il semifreddo all’amaretto, frutta secca, meringhe, crema zabaione. Non banale anche il sorbetto di fragole, servito con stroscia (ricetta di Pietrabruna) e olive candite.

La scelta vini verte su una trentina di vini fermi (quasi tutti sui 20 euro), dei quali segnalo il Gallo Otto IGT Marche Rosso dell’azienda agricola Fiorano (il vino di Elio e Storie Tese, è scritto in carta).  Nonché una pagina di “bollicine”, tra le quali lo Champagne GREGORY BRUT MICHEL MAILLARD (€ 50) che, bevuto a tutto pasto, si abbina incredibilmente persino … al minestrone ligure.  Esiste anche la possibilità di vini a calice (5 euro), utili ad esempio, per accompagnare il vostro dessert.

Servizio:  in ristoranti in cui, sempre più frequentemente si incontrano cianfruglioni senza inclinazione, che vi si avviticchiano  abbrustolendovi  di bla bla e vi “sgonfiano” pertinacemente con noioserie e loquele del genere “meno male che ci sono io che penso a tutto”,  fa specie trovare in questo locale il servizio svolto direttamente dalla proprietaria, che ha unito efficienza  e squisitezza di modi.  La distanza tra la cucina e la sala è brevissima, ma Mirella la accorcia ancora, curandovi come degli amici, comparendo e riapparendo soltanto nei momenti giusti e con brevi parole che m’è parso nascano dall’entusiasmo di far bene tutto. E infatti tutti tornano volentieri lodando il suo savoir faire!

Luigino.filippi@alice.it –