La recensione: a Vallecrosia ristorante GIAPPUN 1918

9) (2) - Copia.                 Vallecrosia – GIAPPUN dal 1918 – Via Maonaira 7

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Dov’è via Maonaira?  E’ sull’incrocio del centro, dal semaforo, proprio dove sorgeva l’antica stazione di posta, che fu stata trasformata in ristorante, e che ristorante!  Cominciò Pietro Lamberti, poi vennero Mario Lamberti ed Etienne Maria, negli ultimi decenni è toccato a Roberto Lamberti e Daniela Borfiga.  Sono le tre generazioni avvicendatesi alla gestione del confortevole locale di Vallecrosia che compie quest’anno i 100 anni, durante i quali ha visto due guerre e tre… alluvioni totali (con l’acqua a 50 centimetri dal soffitto: ne hoancora le foto)! Un secolo portato bene, senza dubbio, anche grazie alle continue ristrutturazioni, l’ultima delle quali ha visto sparire anche il soffitto a voltini. Oggi tutto il locale ha pareti color crème, le luci sono faretti led a soffitto e su fili volanti che pensono sui tavoli. La musica di sottofondo è una successione di pezzi vintage americani Top-pissimi, a giusto basso volume. Non mancano lampade importanti e quadri/scultura moderni completano adeguatamente il simpatico insieme, con vasi importanti di orchidee… I tavoli, in gran parte rotondi, hanno sedie con comodi braccioli; le tovaglie sono crème e le mise en place sono di classe impeccabile, c’è  anche una bottiglia regolare di buon Olio ARS OLEA di az. Roberto Rossi di Pietrabruna (alta valle del San Lorenzo).  Il pane e grissini sono tiepidi (e, vivaddio, non brasanti come i microondati).

In carta otto ANTIPASTI (dai 20 ai 40 euro), tra i quali cito la Bruschetta di bottarga di tonno del Favonio” della famiglia Bevilacqua, nonché la scaloppa di fegato grasso di  oca (più pregiato di quello di anatra) e passata di mele. I PRIMI PIATTI sono sette (dai 20 ai 50 euro) e partono dai classici ravioloni di borragine, alle trofie al pesto, zuppa di pesce, fino agli “importanti” tagliolini di loro produzione con crostacei. Sette i SECONDI DI PESCATO (dai 30 ai 60 euro), tra i quali la grigliata, le fritture e gli inenarrabili Crostacei al vapore con purea di Fagioli Bianchi di Pigna o di, più raro a trovarsi, purea di ceci. Quella di Roberto è una mano professionalissima che volendo potrebbe anche giocarsi la carta della cucina a sorpresa, che invece si attesta sulla linearità, l’esecuzione “pulità” e tracciabile, senza obnubilamenti da fondi di salsine strane. Così è anche nei SECONDI DI CARNE, che sono quattro, tra i quali cito la Cima di vitello alla Ponentina e la trippa di vitello con purea di Fagioli Bianchi di Pigna. I DESSERT sono sei, elencati purtroppo soltanto a voce; tra essi segnalo la splendida tartella alle nocciole, nonché il semifreddo al caffè. Il MENU DEGUSTAZIONE comprende due antipasti, un primo,un secondo e un dessert, a 70 euro. C’è anche un MENU DEL MEZZOGIORNO (servito soltanto nei giorni feriali), di quattro portate a soli 40 euro, servito, possibilmente, per tutto il tavolo.

La carta vini è un bel tomo in pelle con elenchi lunghi lunghi, ben suddivisi e classificati, la cui lettura è agevole. Le bottiglie sono selezionate con competenza; diversi vini costano meno di 30 euro, ma chi desidera trova anche etichette importanti e avrà scelta adeguata. Dimenticavo: il  servizio è svolto dalla proprietaria e dal sorridente cameriere, che è rimasto fedele nei … decenni. Concludendo: un locale con cucina “comme il faut”con prodotti indiscutibilmente di qualità, con un patron che rifugge cucine da “palcoscenico” e non esce a fare il bello in sala, tranne che per prendere gli ordini di clienti abituali. E’molto frequentato da Francesi (è quindi prudente prenotare per tempo). Un punto d riferimento che compie 100 anni e li porta bene: non più come stazione do posta, ma come avamposto di frontiera che tiene alta la bandiera della cucina ponentina.

Luigino.filippi@alice.it – www.buongiornogourmet.it