La recensione: a Castelbianco (SV) Locanda Ristorante GIN

2018 2 aprile  (2) - Copia                            Castelbianco SV – Albergo Ristorante GIN

.                               Via Pennavaire 99 – Tel. 0182 77001

A una dozzina di chilometri dal casello autostradale di Albenga, ecco una frazioncina di poche case dove l’albergo, con capace parcheggio, accoglie con garbo e sorridente deferenza. Oltrepassato l’ingresso con antiche piastrelle esagonali in cotto, la sala ha pareti in prevalenza color rosa antico, intervallate da muri in pietra grezza, soffitto con travi di legno, strategicamente illuminato da faretti, pavimentazione in legno (silenziosa) il guardaroba è custodito e c’è musica di sottofondo calmissima (e bassa), tovaglie in lino fino a pavimento (forse stirate al tavolo) e, vivaddio, grandi tovaglioli d’antan che valorizzano una impeccabile mise en place.

In questa atmosfera, molto insolita per un locale nella campagna ligure, vi lasceranno tranquilli con un aperitivo, davanti alla carta cibi assai invitante. Essa elenca quattro ANTIPASTI sui 9-10 euro, tra i quali gli straccetti di pollo (meglio se tiepidi) con verdure invernali e maionese alle mandorle, oppure lo sformatino di polenta con fonduta di Taleggio e tartufo nero. Tre PRIMI, dai 12 ai 15 euro, tra i quali gli gnocchi di patate con crema di Raschera e tabacco “Amphora Rich”. Quattro SECONDI, dai 14 ai 17 euro, tra i quali il brasato di manzo al Barolo con cialda di polenta e croccante di mais, oppure la inenarrabile trippa e fagioli bianchi preparata secondo tradizione, una delle migliori mai assaggiate da decenni. Dei tre DOLCI cito la terrina al cioccolato e mandorle con guazzetto d’arancia, oppure il parfait  GranMarner e arance.

In alternativa alla carta esistono  anche il menu “LIGHT” di due portate più dessert a 30 euro, il MENU NATURA di tre portate vegetariane più dessert a 30 euro e il menu LADY CHEF di quattro portate più dessert a 35 euro.

Il servizio conta ormai sulla terza generazione, con ROBERTA che è capace, gentile e anche carina. I clienti sono prevalentemente famigliole educate e l’ambiente non è rumoroso.  Un capitolo a parte meriterebbe la STREPITOSA CARTA VINI, con centinaia di etichette, in prevalenza rossi. La stessa elenca vini normali a un prezzo inferiore del 25 per cento in meno rispetto al praticato degli altri ristoranti. Un esempio? Un Cervaro della Sala di Antinori 1999, vivissimo, a 40 euro. Ma è cercando tra bottiglie rare e blasonate che si possono trovare delle chicche dimenticate,  pressoché uniche nel Ponente Ligure, come un celebre e raro Barolo “Monfortino” di Giacomo Conterno riserva ’95 che farà felice qualche appassionato  che spenderà, sì, ma la metà rispetto al  consueto. Inoltre hanno vero piacere se farete una capatina in cantina per scegliere “de visu” qualche bottiglia polverosa …

Concludendo: una sosta in campagna ma in un ambiente di classe, con buona cucina, a prezzi invitanti: come non tornarci spesso come la schiera di affezionati habitué?!   Luigino.filippi@alice.it