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L’Hotel & Spa du Castellet***** ha tenuto la preannunciata cena del 20° compleanno dell’hotel e dello chef: 20 stelle riunite in cucina, 850 euro pro capite devoluti in beneficenza con il ristorante al gran completo.

Situato nel cuore della lussureggiante vegetazione del Var, l’Hotel & Spa du Castellet 5* ha festeggiato il suo 20° anniversario. Lo chef Christophe Bacquié, chef dal 2009, ha festeggiato martedì 18 ottobre il suo 20° anniversario. Due ventesimi combinati che hanno dato vita ai festeggiamenti per mano di Alexandra e Christophe Bacquié. In cucina gli chef 3 stelle Emmanuel Renaut, Arnaud Lallement, Frédéric Anton, Arnaud Donckele, Gilles Goujon e lui pasticcere 2 stelle Sébastien Vauxion, insieme a Christophe Bacquié, hanno proposto piatti stupefacenti. Lo Champagne della casa Billecart-Salmon accompagnato la cena con menu di 7 portate a € 850 a persona. Devoluti in beneficenza.

Il Petrus fu servito nel 1947 al matrimonio della Regina Elisabetta II

La regina Elisabetta, scomparsa in questi giorni a 96 anni, ha molto contribuito indirettamente a formare la reputazione del Petrus, questo cru mitico del XX° secolo, che fu servito al suo matrimonio con il Principe Filippo nel 1947. La bottiglia del Petrus 1947 è acquistabile ancora oggi, ovviamente a prezzi “Regali” adeguati, ad esempio sul sito: https://www.chateau.com/chateau-petrus-1947-bottle-75cl-red.html’

Gli spaghetti, cuocerli … a fuoco spento. Alcune autorevoli reazioni sui giornali

credito foto : foodculture.tiscali.it

“Riprendiamo le riflessioni di Massimo Gramellini, che stamane nel suo “Caffè” commenta la provocazione del premio Nobel Parisi a cuocere “a freddo” la pasta per risparmiare sulle bollette.“Nel mondo di prima, quello del grande Piero Angela, erano i divulgatori a spiegare la realtà. semplificandola per renderla più comprensibile. Adesso la mediazione è saltata e persino i geni della fisica, sulla scia dei virologi, sentono il bisogno di affacciarsi al balcone mediatico per spezzare il pane della conoscenza. Contenti loro. Personalmente li preferivo chiusi nei laboratori ad analizzare provette e scrivere equazioni incomprensibili, lasciando il lavoro sporco a chi lo fa di mestiere. Nulla rende autorevoli come la distanza”. Così scrive Paolo Massobrio sul suo Golosario. Sul tema interviene anche Viviana Ponchia, che su QN stamane scrive: “Parisi deve unirsi alla brigata che non si rassegna per trovare espedienti che facciano sì risparmiare, ma non minaccino l’ultimo equilibrio su cui può contare l’Italia: basta che sia al dente. Rinunciamo al brasato, retaggio di un’epoca di sperperi spensierati: anche se a fiamma bassa deve cuocere tre ore e mezzo. Addio anche al ragù, al minestrone, alla polenta quella vera da cullare come un bambino dentro cucine trasformate in bagno turco (…) Soluzione estrema: sushi per chi può permetterselo. Altrimenti pane e mortadella, che fa subito austerity